Una furia stolta e cieca ha ucciso il povero Frederick Akwasi Adofo, il 43enne del Ghana massacrato di botte due notti fa a Pomigliano d'Arco. Ma non era la prima volta. Il clochard immigrato era stato già aggredito sempre da un gruppo di minorenni delle palazzine della 219, il complesso di edilizia popolare sorto dopo il terremoto del 1980. Ed è qui che si stanno concentrando gli investigatori che stanno analizzando i video delle telecamere di sorveglianza di via Principe di Piemonte.
Dalle prime immagini, sembrerebbe che ad agire fossero due giovanissimi. Il fatto si è consumato intorno all’una di notte. Senza un motivo apparente gli aggressori hanno svegliato Federik mentre dormiva e dopo una breve discussione hanno cominciato a pestarlo brutalmente con schiaffoni, pugni e calci. Il 43enne barcolla e finisce a terra stordito, i soggetti con una ferocia inaudita continuano a pestarlo. I criminali dopo il pestaggio si sono allontanati. Nelle immagini successive si vede Federik alzarsi da terra a fatica, sbanda poi lentamente va via. L'uomo morirà poco dopo all'ospedale di Nola.
Intanto per questo pomeriggio è stata organizzata una marcia silenziosa in memoria di Frederick. L'uomo era benvoluto in zona, dove tutti lo conoscevano e dove a volte aiutava le persone a caricare in auto la spesa nel vicino supermercato. Presente anche Don Peppino Gambardella, l'amatissimo prete operaio di Pomigliano che ha tenuto una breve omelia in ricordo di Frederick ma anche per aprire una riflessione su quanto è accaduto. Presenti anche tanti cittadini, associazioni di volontariato, e tutti coloro che si sentono indignati e scossi da quanto è successo sotto le loro finestre.
Frederick aveva fatto il corso di italiano serale alla Catullo e aveva anche preso il diploma di terza media nel 2012 (nella foto). Il Comune di Pomigliano fa sapere che si farà carico dei funerali del gambiano.
"Ancora una volta siamo messi in discussione come cristiani, cittadini, famiglie - ha scritto il parroco in un post su Facebook - chiediamo con insistenza una capillare attenzione per il nostro territorio, ciascuno si adoperi per una sensibilizzazione delle coscienze. Questo episodio segna la responsabilità civile di ciascuno e impone un cammino insieme".