Polla

Ennesimo episodio negativo nel “diritto alla salute” presso l’ospedale di Polla. La denuncia arrivata dalla segreteria provinciale della Fials, che segnala l’ennesimo smacco all’ospedale punto di riferimento del Vallo di Diano.

 Dopo la manifestazione organizzata dalla Fials, davanti l’ospedale, il 23 maggio scorso, in cui tante persone hanno manifestato il diritto alla salute e la propria preoccupazione per i rischi di chiusura di alcuni reparti, per la paura di un futuro che non si potesse più reggere solo sulle forze dei pochi medici rimasti e per la mancanza di programmazione. Tutti fattori molto evidenti ormai da troppo tempo, ora se ne stanno aggiungendo altri. “Da qualche giorno, infatti, le attività ordinarie del reparto di Chirurgia generale del nosocomio valdianese, per carenza numerica di dirigenti medici, sono state sospese e i pazienti che avranno bisogno di assistenza verranno trasferiti presso l’ospedale di Oliveto Citra”, hanno detto il segretario provinciale, Enzo Garone, ed i componenti della rappresentanza sindacale unitaria della Fials, Mario Marmo, Saverio Carimando e Francesco Amabile. “Tutto ciò nasce da una mancanza nell’organizzare il reintegro numerico dei medici di reparto, non solo perché alcuni di loro erano presenti con contratti a termine e non sostituti, ma ci sarà anche un prossimo pensionamento di un’unità a tempo indeterminato. Questo ennesimo problema ora, oltre a sommarsi ai precedenti già presenti da troppo tempo e non risolti, nasce in un momento in cui, improvvisamente, non è più presente il direttore sanitario del presidio, che ha lasciato per andare a svolgere le stesse mansioni in un altro ospedale. Eppure ci sono stati vari incontri anche con il direttore di dipartimento dell’area chirurgica, per sollecitare l’assunzione di altri medici dalla graduatoria del concorso pubblico indetto qualche mese fa, dall’Asl Salerno. Ora Neurologia ha un solo medico e prossimo alla pensione, Pediatria ne ha solo due, Ortopedia e altri reparti comunque carenti, è facile credere non esista una volontà di tutelare i diritti sanitari del territorio, nonostante si trovi con un bacino di utenza numericamente rilevante, situato nei pressi di uno svincolo autostradale e a confine con altra regione. Con questi fatti ormai oggettivi da troppo tempo, nemmeno le rassicurazioni di un rappresentante politico locale, poco tempo fa, che non li vedeva così drammatici e che aveva parlato solo di “allarmismo”, trova ormai credibilità. Chi ha il compito ed il dovere di intervenire a porre un rimedio e a dare un futuro al diritto alla salute, che lo faccia presto, altrimenti la salute non sarà più un diritto per tutti”.