di Paola Iandolo
Un colpo in pieno viso. E’ quanto emerso dai primissimi accertamenti eseguiti sul corpo esanime di Emanuele Pisano, l'operaio di 33 anni morto mentre lavorava in un cantiere ad Altavilla Irpina per lo smantellamento della piscina comunale. Accertamenti eseguiti nel corso dell’autopsia, presso l’obitorio dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino. Al termine dell'accertamento irripetibile la salma verrà consegnata ai familiari per il rito funebre.
Gli indagati
Al momento sono quattro gli indagati, sono i titolari della ditta che stava effettudando i lavori di rimozione della struttura in ferro della piscina comunale. Ma le indagini continuano per far piena luce su cosa è accaduto ad Emanuele. Nel corso dell’accertamento irripetibile il pubblico ministero ha nominato il dottore Zotti, la famiglia di Emanuele ha nominato la dottoressa Sementa, mentre gli indagati – rappresentati dall’avvocato Teodoro Reppucci – hanno nominato i consulenti Ercole D’Oro e Adelmo Gubitosi. Sul corpo esanime di Emanuele verrà eseguito anche un esame tossicologico, così come richiesto dal difensore degli indagati.
La ricostruzione
Emanuele lavorava alle dipendenze di una ditta di San Martino Valle Caudina che si era aggiudicata l'appalto per smantellare la struttura in ferro della dismessa piscina comunale: una trave lo avrebbe colpito in pieno. Il cantiere, dal 9 giugno, è sotto sequestro dalla Procura di Avellino. Emanuele Pisano, lascia la moglie e una bimba di tre anni ed è la settima vittima sul lavoro in provincia di Avellino dall'inizio dell'anno.