Salerno

Paulo Sousa era fortemente convinto di proseguire la sua esperienza sulla panchina della Salernitana. È quanto emerge (anche) dall'intervista pubblicata oggi dal sito portoghese Sol ma realizzata nel mese di maggio, dopo la conquista della salvezza.

«Per ora, la mia idea è restare», aveva detto Paulo Sousa, spiegando di essersi già messo al lavoro per la prossima stagione. «Ho già presentato al direttore sportivo la tipologia di giocatori che ci servono per rafforzare la squadra, non vedo motivi per cambiare il piano che stiamo costruendo», il Sousa pensiero sulla possibile riconferma alla Salernitana. «Sapete che per me la cosa più importante è presentarmi un progetto all'interno del quale posso non solo evolvere come allenatore ma anche contribuire alla valorizzazione dei giocatori e alla crescita delle infrastrutture», aveva evidenziato Sousa, dimostrando di essere pienamente coinvolto nel progetto granata. «C'è questa idea nella Salernitana perché il presidente è disposto ad acquistare un terreno vicino al nostro campo di allenamento in modo da poter costruire una vera città dello sport con tutto ciò di cui i giocatori hanno bisogno».

Parole, bene ribadirlo, pronunciate a fine maggio, dopo che la Salernitana aveva conquistato la salvezza. Difficile capire cosa sia accaduto nella prima decade di giugno, al punto da mettere in discussione tutto il lavoro portato avanti nei quattro mesi precedenti. Sta di fatto che, da qualche giorno, Sousa e la Salernitana sono lontanissimi. Le parti hanno interrotto le comunicazioni da una settimana e, proabilmente, le riprenderanno soltanto dopo il 20 giugno. Entro martedì Sousa dovrà sciogliere le riserve, decidendo se intende realmente proseguire la sua esperienza alla Salernitana. Una convivenza che, al momento, appare molto complicata ma che deve fare i conti anche con il peso dei contratti. Se Sousa sceglierà di pagare la penale da un milione di euro, saluterà Salerno e sarà libero di sposare un altro progetto. Viceversa dovrà trovare un'intesa con i granata: mettersi alle spalle quanto accaduto in questi quindici giorni e tornare al timone della nave o trattare per rescindere il contratto. A patto che, stavolta, non sia la Salernitana a voler far saltare il matrimonio.