Roccadaspide

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Agricoltura per il riconoscimento del Consorzio di tutela del Marrone di Roccadaspide Igp. Il Consorzio, presieduto da Mario Miano, ha funzioni di tutela, promozione, informazione del consumatore e di cura generale degli interessi della Igp.

Come è noto l’attribuzione dell’Indicazione geografica protetta per questo prodotto di eccellenza dell’agricoltura salernitana risale al lontano 2008, da allora però non era stato compiuto il passo successivo della costituzione del Consorzio, necessario a valorizzare e tutelare questa particolare produzione castanicola che interessa i territori di 70 comuni del Salernitano, di cui 63 nella loro interezza e 7 parzialmente. In pratica gran parte dei comuni del Cilento e del Vallo di Diano al di sopra dei 250 metri di altezza sul livello del mare.

“Ringrazio Confagricoltura – ha dichiarato Miano - che ha sostenuto l’iter per il riconoscimento del consorzio a Bruxelles e a Roma. Colmiamo un vuoto e ci dotiamo finalmente dello strumento utile per sostenere e sviluppare l’attività di centinaia di aziende agricole che sulle colline e i monti degli Alburni, del Cilento e del Vallo Di Diano realizzano il proprio reddito grazie ad un prodotto la cui presenza a Roccadaspide è documentata già a partire dal Medioevo”.

Nell’archivio della Badia di Cava, infatti, sono conservati antichi contratti tra coloni e proprietari di castagneti che lo testimoniano. La diffusione nel Cilento si deve poi anche a monaci Basiliani che molto contribuirono alla coltivazione del castagno.

“Finora non si è riusciti a sfruttare appieno le potenzialità di diverse Dop e Igp del Salernitano per incrementare il reddito dei produttori e l’economia dei territori che hanno il privilegio di fregiarsi di questi marchi di tutela”, ha commentato Antonio Costantino, presidente provinciale d Confagricoltura. “Il Consorzio di tutela è lo strumento necessario per promuovere la penetrazione sui mercati - spiega Costantino – altrimenti, se escludiamo la mozzarella di bufala e qualche altro prodotto, tutte le altre Dop e Igp fanno solo numero. Purtroppo sono eccellenze che ancora non hanno innescato, come era nelle aspirazioni dei promotori dei marchi Dop e Igp, lo sviluppo virtuoso dei territori. Col passare degli anni l’economia delle Dop e delle Igp non è riuscita ad emergere ed è rimasta un elemento residuale. Bisogna assolutamente invertire questa tendenza e la costituzione dei consorzi di tutela che ancora mancano all’appello e la rivitalizzazione di quelli esistenti sono il primo tassello per imprimere la svolta necessaria”.