La Procura ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta, contro ignoti, ma le parti offese si sono opposte. Una iniziativa che ha reso indispensabile la fissazione di una camera di consiglio che si è svolta questa mattina dinanzi al gip Loredana Camerlengo. Sarà lei a decidere se scrivere la parola fine sull'indagine relativa alla morte per annegamento di un 57enne di Cervino – i familiari sono assistiti dall'avvocato Antonio Leone -, avvenuta il 14 agosto del 2020 nella piscina di un'abitazione di Durazzano.
Il dramma si era consumato in serata, nel corso di una festa alla quale stavano prendendo parte una decina di persone. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, prospettata anche sulla scorta delle testimonianze dei presenti, il 57enne, dopo aver mangiato e bevuto, si sarebbe immerso in acqua, dove aveva perso la vita. Inutile ogni soccorso, anche quello tentato con il lancio di una stampella e dell'asta con cestello adoperata per pulire le vasche.
Il pm Donatella Palumbo aveva affidato l'incarico dell'autopsia al medico legale Umberto De Gennaro, che aveva individuato come causa della morte un “collasso da immersione post prandiale di soggetto con alcolemia elevata”. Da qui la scelta della Procura di proporre l'archiviazione perchè la morte è stata determinata da “cause accidentali, e perche nessuna responsabilità può essere annoverata a carico del proprietario della piscina (essendo presenti i presidi di salvataggio) o dei soggetti presenti ai fatti, neanche a titolo di omissione di soccorso, dati che questi prontamente si attivavano a prestare i dovuti soccorsi e a notiziare del decesso le autorità competenti”. Argomentazioni contrastate dal legale delle parti offese.
(foto di repertorio)