"Giulia non ha mai chiesto di tornare a casa, altrimenti, essendo una famiglia molto unita che ha cresciuto la prole con molta attenzione, sarebbero venuti qua a prenderla se solo avessero sospettato un’evoluzione di questo genere". Così l'avvocato Giovanni Cacciapuoti che rappresenta la famiglia di Giulia Tramontano, oggi in Procura a Milano per interloquire con i pm che indagato sull'omicidio confessato dal 30enne Alessandro Impagnatiello. "Sull’incapacità di intendere e di volere" del ragazzo "allo stato attuale pur non conoscendo le carte e la vita pregressa del ragazzo non mi pongo minimamente nella condizione di poter sospettare", ha concluso il legale uscendo dal Palazzo di Giustizia.
Alessandro Impagnatiello ha indicato dove si troverebbe l'arma con cui ha ucciso Giulia Tramontano nella loro casa di Senago la sera del 27 maggio. Lo avrebbe fatto venerdì alla Gip di Milano Angela Laura Minerva durante l'interrogatorio di convalida del fermo in carcere a san Vittore.
Domani nella casa di via Novella 14 sono attesi nuovi rilievi da parte della Sezione scientifica del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano.
Intanto, l'avvocato di Impagnatiello ha rimesso l'incarico, rinunciando a difenderlo.
La decisione è stata comunicata e notificata alla pm Alessia Menegazzo e all'aggiunto Letizia Mannella al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano. "Ho rinunciato all’incarico perché non c'è un rapporto di fiducia", spiega il legale uscendo dal tribunale senza fornire ulteriori motivazioni.
Per gli investigatori al lavoro sul caso c'è da verificare la concreta possibilità che Impagnatiello, dopo l'omicidio di Giulia, avrebbe pianificato anche l'uccisione dell'altra “compagna”, la stessa che dopo un incontro “chiarificatore” con Tramontano le avrebbe offerto ospitalità a casa sua, spiegandole di vedere “strano” Alessandro in quel periodo. Precauzione che, purtroppo, Giulia ha ignorato.