Napoli

Anche questa telenovela è finita: è stato Aurelio De Laurentiis a svelare il finale sulla storia d'amore di Spalletti con il Napoli. Sarà addio, come del resto quasi tutti si aspettavano. Eppure, la flebile speranza di un clamoroso dietrofront, era rimasta viva come una fiammella, spenta domenica sera da Fabio Fazio. Il presidente, sereno, fiero del suo Napoli e per niente infastidito, ha spiegato che Spalletti ha chiesto di potersi fermare un anno. "L'ho accontentato, sono un generoso". Proprio così, perché il presidente ha specificato che il tecnico ha chiesto di essere liberato nonostante fosse sotto contratto per ancora un anno. I due hanno trovato un accordo favorevole per entrambi: Spalletti si dimetterà senza pagare penali, ma rimanendo fermo un anno. De Laurentiis poteva liberarlo con costi economici pesanti, o addirittura costringerlo a restare. Invece l'allenatore si riposerà in Toscana: ma non era ciò che voleva fare.

L'anno sabbatico, infatti, è effetto: non causa. Lo abbiamo già spiegato. Spalletti aveva già fatto capire che stava valutando l'addio. Aveva chiesto un incontro prima della scadenza della clausola (la famosa PEC) che andava esercitata entro il 31 maggio. Voleva rivedere i piani, ridefinire il futuro: e forse presentare a De Laurentiis la possibilità di andare ad allenare altrove. Colloquio che non c'è mai stato. Il Napoli ha fatto scattare il rinnovo, inchiodando Spalletti al suo contratto. Gesto che l'allenatore ha giudicato come un affronto, decidendo quindi di chiudere il suo rapporto. Spalletti ha detto di essere carico a mille, facendo capire che non aveva voglia di fermarsi. Ma il contratto col Napoli lo ha obbligato a trovare un accordo con De Laurentiis. "E' una storia che viene da lontano", ha detto Luciano. E del resto i veri motivi di questo addio per certi versi prematuro: non li scopriremo mai.