L’articolo di Domenico De Masi su “il Fatto Quotidiano, poteva essere sufficiente a giustificare la convinzione che le qualifiche destra e sinistra sono vuote e fuorvianti. Ho voluto leggere “La Mutazione” di Luca Ricolfi, per cercare altri elementi a sostegno del mio pensiero. La storia ci ha insegnato che i movimenti politici, le filosofie sociali, le rivoluzioni e alcuni movimenti religiosi sono stati partoriti dalle condizioni economiche e sociali delle società, dal comportamento di chi deteneva il potere e dalle provocazioni che ciò produceva in menti sensibili e altruiste.
La rivoluzione industriale inglese di metà ‘700 indusse quelli, che poi vennero indicati come“socialisti utopisti”, a promuovere movimenti sociali, che si espansero in altri Paesi europei e che, poi, diventarono Partiti politici. E’ utile ricordare che alcuni presero ideologie,come radici, mentre altri scelsero ideali, come guida. In Italia, la fine del fascismo e la nascita della Repubblica videro esplodere partiti con caratteristiche chiare e con visioni del futuro ben determinate.
Quelli, indicati come sinistra, aspiravano a difendere i lavoratori dallo strapotere dei padroni, a ridurre la povertà, a rendere uguali le varie zone del Paese, ad attuare il principio “la Legge è uguale per tutti”, a garantire i diritti sociali e a ridurre la distanza tra i vari gruppi sociali.
Quelli indicati come destra , Liberali e Monarchici, rispettando la triade “Dio, Patria e Famiglia”, difendevano i valori liberali,che avevano guidato la società nei periodi precedenti. La Democrazia Cristiana, indicato come Partito di Centro, cercava di mediare tra i vari aspetti della società. Il Paese trasse vantaggi da tale condizione politica,autorevole e competente, che partorì decisioni nobili, figlie del binomio “valori cristiano sociali e valori socialisti”.
Purtroppo, la fine della Dc e del Psi, successiva all’eliminazione di Moro e Craxi, favorì l’inizio del pascolo abusivo dei poteri forti, che imposero i loro valori e la loro logica. Il primo esempio di eliminazione delle caratteristiche della sinistra fu la privatizzazione delle Imprese a partecipazione statale e l’ inizio della penetrazione di imprese straniere nella proprietà di quelle italiane. Il clima sessantottino, capito da Pasolini, e la moda pannelliana , nata in Via Veneto, con la sostituzione dei valori morali con le esigenze consumistiche del corpo, alimentate dalla cultura Taylorista, non fecero capire agli onesti cipputi che era iniziato un processo, che avrebbe annullato i valori della vera sinistra.
Secondo me, ha ragione Ricolfi quando afferma che “ la sinistra, attratta anche dalla globalizzazione, ha abbandonato la difesa dei diritti sociali (lavoro,studio, salute) per indirizzare tutte le sue energie sui diritti civili e a difesa degli immigrati”. Scelte concorrenziali ai bisogni dei ceti popolari. E, venne il Pd, che lentamente emarginò molti ex Pci, cosringendoli a ritirarsi in gruppi minuscoli, come Si, o a diventare rappresentanti di imprese straniere. Ciò ha determinato lo snaturamento delle vecchie caratteristiche della sinistra.
Marco Rizzo ha affermato,“ la battaglia per i diritti civili serve a coprire le nefandezze compiute sui diritti sociali. Il Pd si è ridotto a essere una riedizione del Partito radicale, che si batte per i diritti dei gay, ma cancella l’articolo 18 e le conquiste dei lavoratori del dopoguerra”. Una sinistra che, invece di eliminare le cause che stanno desertificando il Meridione e fanno fuggire i giovani all’estero, è diventata la succursale della Caritas e del Partito radicale,la socia dei Dittatori arabi, un strumento dell’iperliberismo, l’alleato della Sanità privata e la causa di altre negatività sociali. Perciò, prende i voti ai Parioli e li perde alla Garbatella. Sarebbe ora di cambiare nome.