Le aziende ospedaliere sono valutate in base alla gestione e se non sono gestite bene i danni non sono solo di bilancio, ma ricadono letteralmente sulla pelle dei cittadini. Per questo il Programma Nazionale Esiti con cui ogni anno Agenas monitora i risultati clinici del Servizio sanitario nazionale, è uno strumento utilissimo per capire “in mano a chi” abbiamo affidato la nostra salute. E a guardare i risultati dell'indagine pubblicata ieri dall'Agenzia guidata da Enrico Coscioni, non c'è da stare molto sereni in Campania, come in tutte le regioni del Sud.
Ospedali da bollino rosso
Pronto Soccorso, tempi di attesa, ricoveri inappropriati bilanci, numero di medici e infermieri, macchinari non obsoleti: in base a questi indicatori, per la prima volta, è possibile dare una pagella su come sono guidati gli ospedali pubblici: l’Agenas ha valutato le performance dei manager di 53 ospedali pubblici, di cui 30 universitari, divisi rispettivamente per chi ha più di 700 posti letto o meno di 700 posti letto. Dallo studio (che per il momento lascia fuori Irccs e Asl) emerge che solo 9 hanno il bollino verde con un livello di performance alto e sono tutti nelle regioni del nord, 32 nella media e 12 mostrano un livello basso di prestazioni.
Tra i peggiori ci sono 4 campani: il San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta) e gli universitari Luigi Vanvitelli (Napoli) e San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno). L'azienda casertana è anche tra i 10 ospedali con i tempi di attesa per gli interventi di tumore più lunghi.
Luci e ombre, la Campania cresce
La Campania tuttavia risulta l’unica Regione in Italia nella quale dal 2019 al 2021 troviamo la più alta concentrazione di aziende in cui si verifica un passaggio ad una fascia più alta di performance (da bassa a media). Ed è anche la regione nella quale troviamo la più alta percentuale di miglioramento nell’area degli Investimenti dal 2019 al 2021.
Tra i 10 ospedali con apparecchiature meno obsolete infatti c'è il San Pio di Benevento, il Cardarelli e Monaldi a Napoli, insieme al S. Giuseppe Moscati di Avellino che, evidentemente, hanno fatto investimenti per rinnovare i macchinari, anche se i tre ospedali hanno ancora livelli scarsi per la cura dei tumori.
C’è poi un indicatore che si chiama «Indice comparativo di Performance» che permette di valutare, a parità di gravità del caso, la durata del ricovero: più è lungo più vuol dire che l’ospedale ha problemi organizzativi. I peggiori? S. Giovanni Di Dio Ruggi D’Aragona di Salerno e il Cardarelli di Napoli.
Le eccellenze nella sanità privata
Ma le eccellenze ci sono, e purtroppo le troviamo nella sanità privata. Tra i migliori ospedali dell’area cardiovascolare in Campania infatti emerge una sola struttura, ed è la clinica Montevergine di Mercogliano, terza in Italia, con il bollino verde.
Il rammarico del sindaco di Benevento: "Con il San Pio nessun dialogo"
"Desta rammarico, ma non stupore, il fatto che l'ospedale San Pio di Benevento sia tra i dodici peggiori – commenta il sindaco di benevento Clemente Mastella - Non possiamo rassegnarci al lento declino dell'ospedale San Pio che avevamo percepito con nitidezza, salvo poi dover registrare con amarezza una ruvidità di rapporto con il management che si è tradotta in una chiusura al dialogo inconcepibile alla luce dei problemi evidenziati anche dai dati dell'Agenas".