Avellino

di Enzo De Luca*

Ad un anno esatto dalla scomparsa di Ciriaco De Mita, avvenuta il 26 maggio 2022, la politica
non ha saputo colmare il vuoto lasciato dall’Amico Presidente, al quale mi legano decenni di
militanza comune, soprattutto nella Democrazia Cristiana, di cui ad Avellino sono stato
l’ultimo segretario provinciale.
Mancano la sua intelligenza, capacità di ragionamento e profonda cultura, quelle preziose
risorse che indussero Aldo Moro a coinvolgere l’On. De Mita pienamente nella elaborazione
del suo disegno di rafforzamento del sistema democratico italiano, minacciato dalle tensioni
della guerra fredda e del terrorismo negli anni ’70.
Dai “Patti costituzionali”, per dare alle istituzioni un consenso superiore ai numeri della
maggioranza, fino al tema delle riforme, accanto a Moro e con la Democrazia Cristiana De Mita
ha scritto pagine significative della vicenda repubblicana di questo Paese. Alle prese con una
congiuntura economica e sociale radicalizzata dalla crisi morale e di valori, la politica avrebbe
bisogno del Ciriaco De Mita che contribuì attraverso la sua azione nella Dc, nel Parlamento e
nel Governo, a far uscire ordinatamente e democraticamente l’Italia dalla “Notte della
Repubblica”, come è stata ribattezzata da Sergio Zavoli.
Un anno dopo la sua morte, invece si avverte drammaticamente la assenza di quello che De
Mita è stato: l’architetto della “democrazia possibile”, per dirla con Sergio Mattarella.

Manca l’uomo “di partito e di Stato”, come lo ha definito Dario Franceschini nel suo elogio

funebre, pronunciato a Montecitorio nel giugno scorso, solo pochi mesi dopo avermi chiesto di
organizzare un incontro con De Mita a Nusco, per parlare del rilancio ferroviario della linea
storica “Avellino – Rocchetta Sant’Antonio” con Vincenzo De Luca e amministratori locali.
È stata quella un’occasione perduta, nelle settimane in cui si provvedeva alla elezione del
Capo dello Stato, ma che conferma la cifra di Ciriaco De Mita riferimento fino alla fine, cercato
e consultato da chi negli anni ha assunto responsabilità di guida nel Paese.
Tra questi, certamente anche un altro grande protagonista della vicenda democratica
nazionale ed europea, David Sassoli. Il compianto Presidente del Parlamento europeo,
incrociò la sua strada con quella dell’eurodeputato De Mita, col quale condivideva i valori
sturziani e l’impegno nel solco moroteo.
Al termine di questo anno senza Ciriaco De Mita, penso che la sua pazienza e capacità di
costruttore nel quotidiano sarebbe fondamentale soprattutto alla causa della ricostruzione
democratica, dopo decenni di indebolimento progressivo della rappresentanza, che ha svilito
agli occhi degli italiani il prestigio delle istituzioni, in particolare del Parlamento.
Uomo dello Stato, per il servizio reso alle istituzioni repubblicane e democratiche attraverso il
suo impegno nel partito della Dc, chi meglio di lui potrebbe aiutare proprio i nostri giovani a
riscoprire la funzione fondamentale assegnata ai partiti dall’articolo 49 della Costituzione.
Con il compianto Ciriaco De Mita, probabilmente, i cattolici democratici ritroverebbero dopo
tanti anni la fiducia necessaria e indispensabile per riprendere l’impegno nella politica
italiana, al servizio esclusivo dello Stato e della Comunità.
La fine dell’uomo non cancella l’opera, le idee e l’esempio che ci ha lasciato.
Di Ciriaco De Mita restano il pensiero, il ragionamento e la lezione riformista, una base
validissima e attuale su cui le forze democratiche possono costruire una nuova prospettiva
per il Popolarismo di Sturzo nel solco di Aldo Moro, declinando il patrimonio di valori
costituzionali sulla modernità di una società in costante cambiamento.
È questo l’impegno che da cattolici e democratici possiamo prendere oggi, ricordando l’On.
Ciriaco De Mita.

*Presidente osservatorio gestione rifiuti