Montefusco

Ha ammesso di aver compiuto una sciocchezza. Un gesto bruttissimo e senza alcuna giustificazione, del quale si è detto profondamente pentito. Lo ha fatto dinanzi ai carabinieri della Stazione di Montefusco, competenti per territorio, ai quali si è presentato, dopo essere stato invitato, con il padre e l'avvocato Marcello D'Auria. Lui ha 17 anni ed è l'autore del video che da qualche giorno sta impazzando in rete. Immagini terribili e gravi, un gattino “malato” lanciato nel vuoto con una mano mentre l'altra riprende la scena con un telefonino.

Un episodio assurdo ambientato in un centro irpino, per il quale è stata informata la Procura per i minori di Napoli. Il ragazzo, che abita nel Sannio, ha chiesto scusa, per ciò che ha combinato, a tutti coloro che si sono sentiti offesi da un atto incomprensibile, manifestando la sua disponibilità ad impegnarsi per lavori socialmente utili o di pubblica utilità a favore di associazioni che si occupano della tutela degli animali.

Il 17enne ha precisato di aver registrato il video lo scorso 15 aprile e di averlo condiviso con un gruppo su whatsapp, ma non su youtube, come era successivamente capitato. Un video diventato virale, per il quale si è beccato offese di ogni tipo, minacce, a suo dire, e anche l'annuncio di una possibile reunion in Irpinia, nei prossimi giorni, di più persone convocate attraverso facebook.

Insomma, una situazione incandescente, sulla quale ieri era intervenuta la Lndc (Lega nazionale del cane) Animal protection, che aveva comunicato di "aver sporto denuncia nei confronti del giovane per il reato di uccisione di animali aggravato da futili motivi", aggiungendo che nel frattempo lo stesso ”si sarebbe giustificato con una story su Instagram dicendo che si tratterebbe di un montaggio e che il video, fatto girare tra gli amici per scherzo, è stato frainteso”.

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LA REAZIONE DEGLI ANIMALISTI: SCUSE TARDIVE, NON CI STIAMO

Dopo la pubblicazione del nostro articolo, immediata la reazione degli attivisti animalisti. "Le scuse del 17enne? Probabilmente su consiglio dell’avvocato per un recupero in calcio d’angolo: non ci fermiamo e chiediamo che venga applicato il codice penale - si legge in una nota -. Finora siamo stati in sordina rispetto all’agghiacciante violenza gratuita cui tutti noi, per volere di un 17enne annoiato, siamo stati costretti a subire. La sua risata beffarda, l’ultimo miagolio di una povera anima innocente prima di essere catapultata in un dirupo di 30 metri, i ghigni del ragazzo, registrati e rintracciati anche dopo il fatto che non mostravano alcun pentimento - anzi inneggiavano ancora alla violenza – ci hanno turbati per giorni e notti, e chissà per quanto altro tempo ancora lo faranno.

Siamo stati fuori dalla gogna mediatica, convinti che il video non andasse diffuso, perché sbagliato sotto tanti punti di vista: etici, deontologici, pedagogici. Sì, anche pedagogici perché purtroppo – e il web ce lo insegna ogni giorno con le sue scellerate challenge - lo spettro dell’emulazione, tra i giovani, è sempre più diffuso.
Siamo stati ancora in silenzio, anche di fronte agli agghiaccianti tentativi di giustificazione dati a mezzo social (video editato, peluche al posto del gatto), sempre convinti di proseguire il nostro percorso attraverso le vie legali della denuncia e della richiesta di una seria applicazione della pena, che lo ricordiamo, è: “uccisione di animale con aggravante della futilità”.

Però oggi, di fronte a queste scuse tardive, con una pena da lui stesso già prospettata dei “lavori socialmente utili”, proprio non ci stiamo: il messaggio che tutto sia lecito oggi e che basti chiedere scusa per recuperare ai propri errori non possiamo accettarlo.
Sarebbe come far morire quella povera anima un’altra volta, dopo il volo di 30 metri dal dirupo, dopo lo scherno suo e dei compagni di merenda, ancora una volta.
E non ci stiamo: questo gesto parla di una devianza evidente, di un ricorso alla violenza gratuita, di una volontà di mettersi in mostra sui social attraverso un atto malvagio e gratuito.
E che a farne le spese sia stato un povero gatto, nulla importa.

La vita non va così, caro giovane "uomo" (perché a 17 anni sei alle soglie dell’età adulta, non più un bambino).
E’ per questo che continueremo sulla nostra strada: la nostra richiesta è l’applicazione seria delle pene previste. In nome di ciò, domenica alle ore 10:30 saremo presenti a Montefusco, per una manifestazione di attivisti, animalisti, persone comuni. Tutti coloro che non hanno dimenticato quella povera anima e quel suo supplicante miagolio e che non lo dimenticheranno senz’altro con due scuse posticce e forzate dell’ultimo minuto".