Avellino

 

 

 

di Paola Iandolo 

Processo al nuovo clan Partenio, al via le discussioni della difesa. Dopo le richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero della direzione Antimafia Simona Rossi - ben 387 anni di reclusione richiesti per i 21 imputati - sono cominciate le arringhe difensive davanti al tribunale di Avellino, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Giampiero Scarlato.

Le prime discussioni

Questa prima mattina hanno discusso gli avvocati Michele Basile, Generoso Pagliarulo e Giacomo Pace, che difendono rispettivamente Giuseppe Moscariello, per il quale il pubblico ministero aveva richiesto 17 anni di condanna, Sabino Mariano, 5 anni e Franco Ambrosone per il quale sono stati richiesti 9 anni.

Le arringhe

“La richiesta di pena per il mio imputato è assolutamente esorbitante – ha commentato l’avvocato Basile - Non tiene conto del fatto che fosse incensurato e, ancor più, del suo rapporto con gli altri imputati e anche il contributo effettivo all’associazione criminale. Non ho trovato un minimo di prova che potesse dimostrare la sua concreta affiliazione al clan” ha concluso chiedendo l’assoluzione per insufficienza di prove.

“Da parte di Mariano non c’è mai stata attività estorsiva – ha precisato Pagliarulo - Il mio assistito era un semplice autista. Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste e non esistono prove che avvalorino il reato di usura”.

 

E’ stata la volta dell’avvocato Pace che ha invocato la sospensione della pena in caso di condanna per Franco Ambrosone. Nella sua discussione ha sostenuto che il suo assistito “non ha mai chiesto interessi usurai. Abbiamo la prova certa che nulla gli è stato restituito. Pensare che si sia rivolto alla Camorra per soli 550 euro è assurdo. Nel suo caso si è trattato di una scelta scellerata dettata dalla rabbia. Chiedo la riqualificazione del fatto perché non può esistere l’aggravante mafiosa”.

La prossima udienza è prevista per il 30 maggio.