Avellino

"Appena cominciata è già finita", potrebbe essere l'epilogo dell'avventura di Ernesto Salvini con l'Avellino. Tredici giorni fa (era il 9 maggio) il dirigente laziale raggiunse prima Montefalcione per incontrare la proprietà biancoverde e poi il "Partenio-Lombardi" per un contatto diretto con Massimo Rastelli e i calciatori.

Prime scelte, poi il gelo

Da lì le prime indicazioni sul ritiro fuori regione, il provvedimento per Mamadou Tounkara, assente ingiustificato in una seduta di allenamento e multato dal club, l'ok per raggiungere Crotone e sostenere un allenamento congiunto prima del rompete del righe, annunciato sabato mattina, ma con un nero su bianco sul contratto da direttore generale mai ufficializzato: sono ore decisive con Salvini che appare pronto a un nuovo incontro con la famiglia D'Agostino. Rispetto a qualche giorno fa, quando i rumors apparivano di semplice gestione in virtù dell'annuncio mancato, prende corpo la separazione su un accordo nei fatti mai siglato tra le parti e con la Triestina alla finestra per il dg. Non è escluso nemmeno un rilancio nel rapporto, ma il passare dei giorni senza firma ha rafforzato l'idea della distanza sui punti di vista nell'ottica della programmazione e della struttura.

Rumors su Di Somma

Non a caso spuntano le prime voci per il dopo-Salvini con il potenziale ruolo di direttore generale per Giovanni D'Agostino, fin qui amministratore unico dell'IDC nell'organigramma della società irpina e con il ritorno di Salvatore Di Somma nel ruolo di direttore sportivo. C'è, inoltre, la posizione del tecnico, Massimo Rastelli, che appare blindata dal contratto con scadenza 30 giugno 2024 e con clausola di prolungamento fino al 2025 in caso di esonero.