Scafati

QIl crollo del MoVimento 5 stelle che, dagli oltre 2000 voti del 2019 passa a meno di 500 dell'ultima tornata elettorale scafatese, dimostra le difficoltà che il nostro gruppo di attivisti storici e nuovi aggregati sta vivendo oramai da troppo tempo sul territorio. Problematiche e ambiguità che abbiamo segnalato a più riprese e in ogni dettaglio al coordinamento provinciale, regionale e ai parlamentari salernitani.  Ora è giunto il momento della resa dei conti: chi è stato complice di questa debacle dovrebbe fare un passo indietro, ammettere la sconfitta e la propria incapacità politica a coordinare un gruppo in una città complessa come Scafati": a dirlo sono gli attivisti storici del Movimento 5 Stelle, dal capolista delle ultime amministrative Antonio Perrino, agli altri componenti territoriali.

Il risultato del candidato sindaco sponsorizzato dall'alleanza giallorossa, Michele Grimaldi, è rimasto fuori dal ballottaggio nonostante il sostegno dei big nazionali come Giuseppe Conte ed Elly Schlein.

"Negli ultimi 5 anni il nostro gruppo locale è stato rovinato da una grande ambiguità di cui noi attivisti del gruppo storico ci siamo fatti più volte portavoce. Oltre alla mancanza di comunicazione tra il gruppo e il consigliere comunale di riferimento, tra i nostri principali rappresentanti vi sono ancora oggi persone che hanno chiesto anche ai regionali di passare in maggioranza e, senza alcun confronto con il gruppo, hanno strizzato l'occhio al centro destra in consiglio comunale, addirittura ricoprendo posti in giunta con l'amministrazione uscente, fino a candidarsi nelle fila del centrodestra", spiegano gli attivisti. 

"Una situazione che è divenuta una piaga per un gruppo che fin dalla sua nascita, nel 2011, si era posto come alternativa alla politica che ha messo in ginocchio la città tra negligenza, incuria e scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Man mano che queste ambiguità stavano consumando attivismo e partecipazione di molti, abbiamo chiesto al coordinamento provinciale “chiarezza”, soprattutto alla luce dell'appuntamento elettorale. Il risultato? L'attuale coordinatrice provinciale è andata a confrontarsi sui tavoli politici dei papabili alleati con chi è stato artefice del nostro disaggregamento, tenendo fuori chi ha sempre lavorato nel gruppo candidandosi tra le fila negli anni e facendo puro attivismo a ogni appuntamento elettorale", l'atto d'accusa degli attivisti storici.

Ritornando alle ultime amministrative, il gruppo locale continua l'analisi: "A marzo abbiamo scritto al coordinamento regionale illustrando la mania di protagonismo della coordinatrice provinciale che ci ha tagliato fuori dalle trattative con gli altri gruppi di papabili alleati. Abbiamo ricevuto solo “ordini e imposizioni” senza alcuna possibilità di partecipare al tavolo della concertazione con le forze politiche. Solo dopo una dura presa di posizione regionale siamo arrivati nella coalizione del candidato sindaco Michele Grimaldi (che ringraziamo), che abbiamo sposato con grande piacere e onore - spiegano gli attivisti -. Ma, purtroppo, per il grande ritardo registrato, non abbiamo avuto più la forza di costruire un gruppo forte a causa anche della difficile relazione che si è instaurata con la coordinatrice provinciale e che ha provocato “una fuga di massa” davanti al silenzio del coordinamento provinciale e a certi atteggiamenti. Del resto, i risultati positivi di Boscoreale, Quarto e altre realtà napoletane, al confronto con il numero di voti della Provincia di Salerno, dimostrano che qualcosa in questa Provincia non ha funzionato. Per questo, qualcuno dovrebbe ammettere il suo fallimento e farsi da parte", concludono gli esponenti 5 Stelle.