Sono giorni decisivi il governo Meloni è alle prese con la revisione del Pnrr. Il ministro Fitto vuole spostare una parte dei progetti, considerati irrealizzabili entro il 2026, sui fondi di Coesione, che hanno una scadenza più lunga. Nel frattempo, però il denaro destinato a ridurre il divario tra Nord e Sud d’Italia resta bloccato,  e i governatori del Pd, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, insorgono durante la conferenza Stato Regioni:  “L’obiettivo è scipparci i soldi per darli ad altre Regioni”

I fondi per lo Sviluppo e la Coesione non fanno èarte strettamente del  Pnrr, ma la programmazione  dovrebbe ora essere collegata a quella del Pnrr, per garantire la migliore distribuzione delle risorse. In attesa della riorganizzazione complessiva, però, i soldi rimangono congelati. E le Regioni del Sud a guida del centrosinistra parlano di uno "scippo", ai danni del Meridione.

I fondi bloccati

Di fronte alla difficoltà di realizzare molti degli investimenti del piano di ripresa e resilienza, entro la data stabilita del 2026, il governo sta pensando di spostare una parte dei progetti del Pnrr, sul Fondo di Coesione. Quest'ultimo infatti concede tempi di attuazione più lunghi, che permetterebbero di arrivare fino al 2029. Il problema è che  da mesi, la distribuzione alle Regioni delle risorse relative al FCS rimane bloccata. Uno stallo che rende impossibile la realizzazione di progetti vitali per i territori, secondo Vincenzo De Luca.

Il 18 maggio, la Conferenza delle Regioni (l'organo che riunisce i presidenti regionali) ha incontrato Raffaele Fitto, il ministro che ha in carico sia le deleghe del Pnrr, che per i fondi di Coesione. Nel corso della riunione, Fitto ha detto che nelle prossime settimane saranno fatti incontri con tutte le singole Regioni, per individuare gli obiettivi da raggiungere. Una scelta che ha avuto l'ok della maggioranza dei governatori, di marchio centrodestra. De Luca ed Emiliano invece  sono saliti sulle barricate. "È una procedura che porterà via mesi e questo farà danni incalcolabili", ha detto il presidente della Puglia. "Se ci fosse un alluvione nel Meridione, non avremmo un euro per fare una gara per intervenire su una strada", ha spiegato De Luca, con riferimento alla calamità che ha colpito l'Emilia Romagna.

Fitto ha rivendicato la necessità di rivedere i criteri di spesa dei fondi di coesione, riferendosi ai numeri relativi al periodo dal 2014 al 2020: "su circa 126 miliardi è stato usato solo il 34 percento". Ha ribattuto De Luca: "Il passato dimostra che chi non spende sono i ministeri". E per Emiliano: "Le Regioni hanno una capacità di spesa doppia", rispetto a quella delle amministrazioni centrali.

"Scippano" i soldi al Sud

Il timore  è che l'obiettivo del governo sia quello di spostare una parte delle risorse dal Sud al Nord. "Questo è uno scippo, è una cosa sconcertante", ha detto De Luca, al termine della riunione avanzando il sospetto che il governo voglia tenere in mano i 48 miliardi del FSC, per usarli in maniera diversa da quanto previsto dalla legge, che li assegna all'80 percento al Mezzogiorno.