Avellino

Dopo la rivolta scpopiata nel carcere di Bellizzi, non si placano le polemiche. Le reazioni sono tante e il giorno dopo si cerca di capire le cause che hanno portato a tanta fibrillazione. Già nella giornata di ieri sono stati trasgeriti 4 detenuti in un altro penitenziario, ma le emergenze nel carcere di Avellino restano. 

"C'è ormai il sospetto che lo stato di abbandono in cui versano i penitenziari della Campania, e non solo, sia giunto a un punto di non ritorno che coinvolge tutti".
    Così, in una nota, il sindacalista Luigi Castaldo del CON.SI.PE Polizia Penitenziaria commenta la rivolta dei detenuti scoppiata ieri nel carcere di Avellino.
    "Auspichiamo - prosegue Castaldo - che questi episodi non vengano più sottovalutati da chi ha l'onere e la responsabilità di dare una risposte: il nostro pensiero va soprattutto ai due poliziotti feriti e al dottore sequestrato da ristretti facinorosi".
    Per Castaldo "si è giunti al capolinea: da tempo rivendichiamo l'atavica carenza di organico quantizzabile in circa 1000 unità solo per la Campania che convive con un sovraffollamento delle strutture per oltre il 30% della popolazione detenuta". "Tutto questo crea un ingolfamento del sistema - ricorda il sindacalista - che mette a repentaglio la sicurezza di chi tutti i giorni con spirito di sacrificio e alto senso del dovere si ritrova in prima linea per pochi spiccioli, tra l'altro con un contratto bloccato da 500 giorni che non rispetterà le indicazioni dell'Istat".
    "È giunta l'ora di dimostrare che lo Stato c'è, - conclude Castaldo - la politica deve lanciare un segnale chiaro e forte affinché sia dato prestigio e onore a un Corpo dello Stato da tempo abbandonato".