Quattro gol, quattro assist, 18 presenze per complessivi 900 minuti di gioco (una media di 50' a partita). Camillo Ciano è stato senza dubbio il giallorosso più efficace tra quelli che hanno giocato in questa stagione. Un motivo in più di rammarico, considerato che due infortuni, praticamente “gemelli” lo hanno tenuto fuori uso per un bel po' di tempo. Il primo colpo della dea bendata il 22 ottobre a Como, quando un intervento scomposto del cipriota Ioannou dopo appena 15' di gioco ne provocò una lesione al legamento collaterale del ginocchio sinistro (7 partite saltate), il secondo un paio di mesi dopo in allenamento quando il giocatore avvertì ancora dolore all'arto infortunato e qualche settimana dopo si sottopose ad un intervento di “meniscectomia selettiva mediale” allo stesso ginocchio. Altre sette settimane fermo e nuovo reinserimento graduale, con la prima partita dall'inizio giocata il 22 aprile a Palermo.
La sua prolungata assenza è uno dei fattori negativi che hanno influito su questa stagione del Benevento. In pratica Ciano non è mai stato veramente parte integrante della squadra fino all'arrivo di Agostinelli sulla panchina giallorossa. Le sue presenze sono state in avvio sporadiche e troppo brevi (dal 28 agosto al 22 ottobre): appena 304' nelle prime otto apparizioni, ad una media di 38' a partita. Poi, dopo il primo infortunio, altre quattro apparizioni tra il 15 gennaio e il 4 febbraio (166', media di 41' a gara). Poi finalmente il finale dal 10 aprile al 13 maggio con 6 partite, 3 gol, un assist, con 425' giocati alla media di 82' a partita.
Tralasciamo persino di fare una proiezione dei suoi numeri sull'intero campionato, ma sembra evidente che un giocatore così sia mancato al Benevento nel momento più importante della stagione. Il rammarico è palese e il pensiero di farne un punto di forza della prossima squadra ha sfiorato più d'uno. Dettagli da tenere ben presenti: l'ingaggio alto e la condizione fisica che andrebbe monitorata attentamente. Se fossero ostacoli superabili, la candidatura del marcianisano avrebbe certamente una sua convinta logica.