Benevento

Anche quest'anno ho portato a mia madre il vasetto con l'azalea dell'Associazione italiana per la ricerca contro il cancro. Lei non c'è più da tempo – da qualche mese l'ha raggiunta il suo sposo-, ma io continuo a perpetuare un gesto che mi consola, perchè mi dà la sensazione di essere sempre in contatto con chi mi ha messo al mondo.

Incrocio il suo sguardo restituito da una foto e nascondo il sigaro che stringo immancabilmente tra le mani quando non ne respiro il profumo. E' diventata la mia coperta di Linus, non riesco a farne a meno. Potesse, lei mi sgriderebbe come quando ero bambino, mi ricorderebbe la necessità di evitare il più possibile il rischio di mettere a repentaglio la propria salute per colpa di abitudini pessime. Rientrano tra le tante contro le quali puntano il dito, mentre studiano, coloro che sono impegnati nella scoperta e nella messa a punto di terapie sempre più efficaci.

Una contraddizione evidente, la mia, che spero infantilmente di esorcizzare con un microscopico contributo. Immaginando puerilmente che possa diventare una sorta di amuleto, un'assicurazione. Magari fosse così, magari bastassero quei pochi euro ad allontanare la paura di incappare in un incubo. Ne sono consapevole, ma persevero come ogni stupido.

Oggi è la festa delle mamme, sono felice per quanti possono goderne il sorriso. Il mio è ammaccato, un po' spento: ho perso per sempre la qualifica di figlio. L'amore che mi è stato riservato è sempre lì, anche se quella nuvola di fumo, dalla quale mi lascio avvolgere, dimostra che non ne ho appreso appieno il significato.