Benevento

Ha stralciato la posizione di un imputato - Biagio Tangredi, di Rotondi, assistente capo della polizia penitenziaria -perchè ad uno dei suoi legali (gli avvocati Mario Cecere ed Anna Lisa Fucci) non era stato notificato neanche l'avviso di conclusione dell'inchiesta, e, accogliendo una questione sollevata dalla difesa, relativa alla mancata citazione come parti offese del Ministero di giustizia e dell'Asl, ha rinviato al 30 giugno l'udienza preliminare. Sono le decisioni del gup Pietro Vinetti per le persone che la Procura vuole spedire a processo nell'inchiesta sul alcune vicende nel carcere minorile di Airola

Si tratta di Mariangela Cirigliano, di Airola, vice direttore e responsabile dell'area amministrativa dell'Istituto penale minorile di Airola, Giuseppe Meoli, di Apollosa, infermiere presso l'Ipm, Orazio Pascarella, di Santa Maria a Vico, impiegato presso l'ufficio ragionieria del'Ipm, Gennaro Cicala, di Airola, assistente capo della polizia penitenziaria in servizio all'Istituto, Domenico Arganese, di Bucciano, Clemente Arganese, di Bucciano, Raffaele Crisci, di Forchia, Vincenza Di Caprio, di Sant'Agata dei Goti, Angelo Giovanni Ianniello, di Airola, Giuseppe Ruggiero, di Airola, legali rappresentanti di alcune ditte, Filippo Di Marzo, di Angri, Samantha Gagliardo, di Airola, dipendenti dell'Ipm, difesi dagli avvocati Massimo Amoriello, Ettore Marcarelli, Angelo Leone, Valeria Verrusio, Vincenzo Megna, Roberto Iglio, Giovanni Morvillo, Pasquale Moscato, Diego Ruggiero.

Diverse le accuse e le posizioni: una presunta induzione indebita a  dare o promettere utilità ( e truffa) è contestata a Cirigliano, che avrebbe indotto Di Caprio, legale rappresentante di un'associazione, a consegnarle dal 2015 al 2017 l'importo complessivo di 9mila euro quale parte maggiore della somma percepita per i progetti rieducativi e trattamentali per i detenuti nella struttura. Soldi che, secondo gli inquirenti, sarebbero poi stati destinati a Pascarella, al quale è stata contestata la ricettazione, per l'attività svolta.

Alla Cirigliano ed ai titolari di quattro ditte – Ruggiero, Clemente Arganese, Domenico Arganese e Ianniello - sono poi addebitate altre presunte induzioni  indebite  a a dare o promettere utilità dal 2015 al 2019: in tutti i casi si parla di una somma non quantificata per i progetti ed lavori di manutenzione elettrica e non solo.

Per la stessa Cirigliano, poi, altri due addebiti di truffa in concorso con Crisci, titolare di una società, e di depistaggio, con Di Marzo e Gagliardo: quest'ultima accusa è stata ravvisata nella mancata trasmissione alla polizia giudiziaria della documentazione richiesta sui contratti di affidamento ad un'associazione.

Unica la contestazione, quella di una presunta truffa, per Meoli, Cicala e Tangredi, tirati in ballo perchè avrebbero presentato all'Asl, a nome di due detenuti, prescrizioni per analisi cliniche gratuite.