Avellino

 

 

di Paola Iandolo

Aste Ok, al termine del controesame del maresciallo dei carabinieri che effettuò le indagini sul sodalizio criminale, ha reso dichiarazioni spontanee anche Damiano Genovese che in aula ha smentito il patto con i Galdieri sulle aste e chiarisce alcuni passaggi dell’intercettazione ambientale - avvenuta nel dicembre del 2018 – dalla quale ha avuto origine l’inchiesta Aste OK.

Genovese ha negato di aver avuto un mandato da Galdieri

Fu avvicinato da un vicino di casa che mi riferì che il nipote aveva pagato 25mila per non perdere la casa all’asta e ne doveva dare altri 10mila. “Mi chiese di parlare con Livia Forte della vicenda, sapendo che è la sorella di mia suocera. Subito precisai che non avevo rapporti per questioni politiche. Quando successivamente incontrai Pasquale Galdieri gli raccontai di quell’incontro e delle somme che il nipote avrebbe dovuto pagare. Ma non ero lì per discutere di questo. Erano mesi che non vedevo Pasquale, dalla morte del fratello Osvaldo”.

Il raid alle auto di Damiano Genovese: “attendo di sapere la verità”

Sul raid subito da Genovese a colpi di mitra contro le sue vetture nel settembre 2019, ad avviso degli inquirenti la verità è contenuta in un’intercettazione captata nel carcere di Voghera quando Damiano incontra il padre Amedeo (luglio 2021) sarebbe riconducibile ai Galdieri: "Sull’attentato subito – ha precisato Genovese - sono ancora in attesa di sapere chi sono gli esecutori. Non è mai uscito nulla dalla mia bocca sugli autori”. Sulle due aste giudiziarie nelle quali è emerso il coinvolgimento di Damiano Genovese ha chiarito in aula che era stato chiamato in causa da una sua parente “una cugina di mio padre e le dissi che potevo farle solo un prestito. Nulla di più. Anche se tentai di parlare con mia suocera di questo problema, lei mi disse era l'occasione buona per superare i problemi con la sorella e mi disse di andare a parlarle direttamente. E così feci. Ma Livia Forte, dopo averle esposto la questione, mi disse che doveva informare prima un suo socio, anche se non aveva alcun interesse sull'abitazione in questione".

Schermaglie in aula sulle ultime domande affidate solo al pubblico
Ministero e non di nuovo anche ai legali che volevano continuare ad esaminare il maresciallo in replica. Si torna in aula il 19 maggio.