Benevento

Ci sono anche 13 sanniti tra le 84 persone – le altre sono delle province di Salerno e Napoli - rinviate a giudizio dal Gup del Tribunale di Nocera Inferiore, che ha anche deciso il non luogo a procedere per alcuni capi di accusa contestati a 71 imputati, nell'inchiesta dei carabinieri su una presunta truffa ai danni dell'Inps e dell' Agenzia delle entrate che era rimbalzata all'onore delle cronache nel marzo del 2019.

Dovranno affrontare il processo, che prenderà il via il 12 luglio, Aniello Massaro (avvocati Giacomo Buonanno e Danilo Di Cecco), 44 anni, di Moiano, consulente, Giovanni Ciambriello (avvocati Francesco Perone e Domenico Mauro), 38 anni, di Airola, Daniela Puzio (avvocato Davide Beatrice), 47 anni, di Airola, Carmine De Nitto (avvocato Andrea Vagito), 39 anni, di Bonea, Maria Iuliucci (avvocati Buonanno e Di Cecco), 37 anni, di Moiano, Sabatino Fucci (avvocato Vittorio Fucci), 70 anni, di Airola, Antonietta Massaro (avvocato Vincenzo Megna), 38 anni, di Airola, Pasquale Maglione (avvocati Buonanno e Di Cecco), 38 anni, di Moiano, Sabatino Palma (avvocato Mario Cecere), 45 anni, di Airola, Rosanna Mauriello (avvocato Massimo Amoriello), 51 anni, di Airola, Michele Morzillo (avvocati Buonanno e Di Cecco), 45 anni, di Moiano, Liberato Influenza (avvocato Beatrice), 72 anni, di Airola, Anna Maria Cappabianca (avvocato Beatrice), 55 anni, di Moiano.

Nel mirino imprenditori, consulenti e intermediari che sarebbero riusciti a ottenere erogazioni previdenziali indebite da parte di Inps e crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate del valore di circa 2 milioni di euro con compensazioni fittizie. Le indagini erano partite proprio da alcune verifiche presso studi di consulenza di Pagani e di Moiano, che  erano quelli che presentavano più anomalie in relazione al pagamento di arretrati per i benefici fiscali previsti dalle normative.
I professionisti, assieme ai legali rappresentanti di 84 ditte, avrebbero anticipato fittiziamente a favore dei propri dipendenti circa 2 milioni di euro per assegni al nucleo familiare, malattia, maternità bonus Irpef 80 euro. L’importo sarebbe stato indicato nelle denunce mensili all’Inps con lo scopo di creare un credito inesistente nei confronti dell’erario. Secono gli inquirenti, la somma indebitamente percepita sarebbe stata distribuita per il pagamento dei contributi ai lavoratori e per estinguere altri debiti tributari. La maggior parte della cifra (circa 1.400.000 euro) sarebbe stata devoluta a favore di Federaziende e dell’ente  bilaterale E.Bi.N.
Le società che aderivano a Federaziende e alla E.Bi.N. avevano la possibilità   di ottenere, per i lavoratori subordinati, corsi di aggiornamento e di formazione relativi alla sicurezza sul lavoro. Sarebbe emerso dalle indagini, però, che le somme destinate a queste finalità non sarebbero mai state investite per questi scopi.