Avellino

Quanto ormai palese nell'ambiente irpino si è concretizzato nelle scorse ore. Il primo segnale era arrivato lunedì con il comunicato del Siena a ufficializzare le dimissioni presentate da Ernesto Salvini. Il dirigente di Anzio ha raggiunto Avellino per iniziare una nuova avventura: sarà il nuovo direttore generale biancoverde. Arrivo nella mattinata di ieri prima a Montefalcione, poi nel primo pomeriggio anche all'impianto sportivo di contrada Zoccolari in compagnia di Giovanni D'Agostino per conoscere i tesserati e avviare il primo vero contatto diretto con Massimo Rastelli.

La ripartenza con l'allenatore

Per il tecnico sta prendendo sempre più forma la pista che porta alla conferma. Vince il contratto in essere, forte, firmato da Rastelli nell'autunno scorso, con scadenza 30 giugno 2024 con prolungamento automatico fino al 2025 in caso di esonero, e che supera la crisi di risultati che ha cancellato il buon avvio (da ottobre a dicembre) e che ha portato l'Avellino a chiudere la stagione già il 23 aprile senza accesso ai playoff e con la semplice salvezza diretta arrivata anche con il brivido dei risultati dagli altri campi nell'ultimo turno di regular season.

La scelta anche sulla rosa dopo le decisioni prese a gennaio

In casa Avellino sarà fondamentale ripartire dalle idee e dal progetto, prima che dall'aspetto economico impattante per un'eventuale ribaltone in panchina, ma pare che ci sia la convinzione di poter proseguire tra staff tecnico e proprietà. Nel frattempo, prosegue il silenzio perché per almeno altri dieci giorni l'Avellino porterà avanti il lavoro a fari spenti con un ambiente che, però, attende le prime ufficialità. A Salvini e Rastelli spetteranno le prime valutazioni sulla rosa, sugli elementi al lavoro al "Partenio-Lombardi" per semplici obblighi contrattuali, vista l'assenza di impegni ufficiali in calendario, su quelli di rientro dai prestiti definiti a gennaio dallo staff tecnico e dirigenziale e su e ciò che occorrerà per la stagione 2023/2024 ad un Avellino chiamato a cancellare due stagioni deludenti.