L'avvistamento di un esemplare di foca monaca nel tratto di mare compreso tra Capri e la Punta Campanella ha suscitato molto clamore per l'inusualità della presenza di questo animale nelle acque del golfo pur sempre più frequentato da cetacei anche di grandi dimensioni come capdogli e balene oltre ai familiari delfini.
L'Area Marina Protetta Punta Campanella sta seguendo con molto attenzione la vicenda che, secondo testimonianze di vecchi pescatori locali, avrebbe dei precedenti che risalgono agli 30-40 quando la foca monaca era ancora presente tra Mitigliano e Fossa Papa, in una insenatura che è ora Area Marina Protetta e a pochissima distanza da Punta della Campanella. Mentre altri racconti passati parlano di presenza costante al Capo di Sorrento circa 100 anni fa. Qualcuno, inoltre, giura di averla vista una cinquantina di anni fa nella Baia di Ieranto. La foca monaca vive in grotte e insenature e la costiera ne è piena, spiegano gli addetti dell'AMP.
AMP: Bisogna prestare massima attenzione al traffico marittimo in tutta la zona
"Sarà fondamentale ora pretendere un'attenzione ancora maggiore al traffico marittimo, al rispetto delle regole del Parco, alle tante imbarcazioni che navigheranno lungo questo tratto di mare affinché mantengano una velocità moderata. Bisogna prestare la massima attenzione nell'Amp e anche nel tratto di mare tra Capri e Punta Campanella, zona di passaggio accertato di grandi cetacei - evidenziano i responsabili dell'Area Protetta - A maggior ragione ora con la possibile presenza della foca monaca che, in caso di avvistamento, ricordiamolo ancora una volta, non deve assolutamente essere avvicinata e in alcun modo disturbata. È un animale estremamente schivo e diffidente, anche perché è stato sterminato nei secoli scorsi".
La foca monaca del mediterraneo è infatti uno dei mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Si stima una popolazione di sole poche centinaia di esemplari che vive per lo più tra il Marocco e la Mauritiana, e tra le isole greche e la Turchia. In Italia, negli ultimi anni, si sono registrati soltanto alcuni sporadici avvistamenti anche se studi recenti ne stanno monitorando la presenza nell'alto adriatico, in Puglia, nelle isole minori siciliane e in Sardegna. Nei secoli scorsi la Foca monaca è stata cacciata in maniera indiscriminata per la sua pelle e il suo grasso, catturata per essere esibita, uccisa perché depredava il pescato. È stata portata ai limiti dell'estinzione e oggi tutelarla è un dovere di tutti noi.