Il difensore del Monza, Armando Izzo, coinvolto in un caso di calcioscommesse e criminalità organizzata, è stato condannato, in primo grado, a 5 anni di reclusione dal Tribunale di Napoli (VI sezione penale) per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva.
Nel mirino un match della stagione 2013/2014
La richiesta del pm, Maurizio De Marco, nel corso della requisitoria, era stata di 4 anni e 10 mesi. I fatti per i quali Izzo è stato condannato risalgono alla stagione di Serie B 2013/2014, quando il difensore militava nell'Avellino. Condannati anche Umberto Accursio, cugino del calciatore e capo del clan Vinella Grassi di Secondigliano, e Salvatore Russo, ritenuto legato al clan: per entrambi un anno e mezzo.
Il difensore: "Accusato di combine per una gara neanche giocata"
"Sono molto deluso dalla sentenza di primo grado. Sono stato assolto per non aver commesso il fatto nella partita Avellino-Reggina del 25 maggio 2014 ma vengo accusato di aver combinato la partita Modena-Avellino del 17 maggio 2014, una partita che non ho neanche giocato. - ha affermato Izzo sulla pagina ufficiale Instagram - Leggerò le motivazioni con i miei avvocati e presenteremo appello. Credo nella giustizia e sono sicuro che verrà dimostrata la mia assoluta estraneità all'ambiente criminale. Ringrazio AC Monza e la mia famiglia, che mi sono sempre vicini. Non smetto di combattere".
Il comunicato dell'AC Monza
"AC Monza ha appreso che il proprio tesserato Armando Izzo è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva. AC Monza esprime totale vicinanza e supporto ad Armando, convinta della sua estraneità all’ambiente criminale. Gli avvocati del calciatore sono delusi dalla sentenza e attendono di leggerne le motivazioni; dopodiché presenteranno appello".