Benevento

L'attesa, ora, è per ciò che faranno il Comune di Benevento e la Soprintendenza: si costituiranno parti civili o resteranno solo parti offese? Una qualità, quest'ultima, assunta questa mattina dopo la decisione del giudice Murgo, che, disponendo una integrazione del contraddittorio, ne ha ordinato la citazione, facendo salire a tre il numero, appunto, delle parti offese, che già includeva il movimento Benevento città verde con l'avvocato Marcello D'Auria, nel processo a carico di Andrea Lanzalone (avvocato Sergio Rando) e Giovanni Zollo (avvocato Danilo Riccio).

Si tratta del dirigente e del funzionario del Comune, che nel marzo del 2019, in concorso tra loro, avrebbero “abbattuto, in assenza di autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Benevento e Caserta, 12 pini domestici radicati in zona soggetta a vincolo di tutela ai sensi dell’art. 10, comma 4 lettera g, del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e precisamente in Benevento lungo il Viale degli Atlantici, con la circostanza aggravante di aver commesso il fatto con l’abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione e al pubblico servizio”.

Il 7 settembre il giudice dichiarerà l'ammissibilità, già decisa, come parte civile, del Comitato 'Giù le mani dai pini' con l'avvocato Giovanni Rossi, mentre quella dell'avvocato Luca Coletta, in proprio e come presidente dello stesso Comitato, è subordinata all'integrazione del contraddittorio nei confronti del Comune, se Palazzo Mosti, una volta chimato in giudizio, non dovesse costituirsi.