Nell’affollata sala convegni dell’ex distilleria di Pomigliano d’Arco dove si è svolta stamane l’assemblea nazionale operaia del 1° Maggio indetta dai sindacati Slai cobas e Slai Prol cobas grande attenzione ha suscitato la relazione introduttiva presentata da Mara Malavenda:
“Oggi, aldilà delle prevalenti ed ininfluenti commemorazioni rituali del 25 aprile, tocca ancora una volta ai lavoratori far rivivere e rilanciare la Lotta di Liberazione nei suoi “contenuti di sostanza” e a difesa della Costituzione riportando il diritto antidiscriminatorio nel suo ambito “giusto ed originario”.
Cioè all’interno dei rapporti sociali di produzione, considerato che la società è basata sull’economia e le sue modalità di realizzazione e tenendo conto che la progressiva riduzione delle tutele dei lavoratori avvenuta in questi decenni (strategia dell’Eur della CGIL del ’77, Pacchetto Treu di Prodi-Bertinotti, Jobs Act di Renzi, Legge Fornero, decreto Dignità di Conte-Di Maio, normative razziste ed anti immigrati) contrasta con l’insieme dei principi Costituzionali e dei conseguenti diritti inderogabili di democrazia, libertà di opinione, libertà ideologica e di affiliazione sindacale nei luoghi di lavoro nonché col relativo ordinamento comunitario”.