Avellino

Il presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella su proposta della ministra del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, ha concesso, per l’anno 2023, la decorazione della “Stella al merito del lavoro” ed il titolo di “Maestro del lavoro” a quei lavoratori che si sono particolarmente distinti per singolari meriti di perizia, laboriosità e di buona condotta morale.

Per la provincia di Avellino i neo decorati, che si fregeranno del titolo di “Maestro del Lavoro” sono i seguenti:

Michele Amoros Santo Stefano del Sole

Francesco Bardesiato Avellino 

Antonio Caporale Castelvetere Sul Calore 

Giuseppe Casale Teora 

Mario Delli Colli  Avellino 

Marisa Ercolino Avellino 

Florindo Renzulli  Avellino 

Delia Tenore Atripalda 

Giuseppe Zarra Teora 

Generoso D'Amato San Giorgio del Sannio 

La cerimonia, organizzata dalla Prefettura di Napoli per la consegna ufficiale delle onorificenze avverrà a dicembre, nel capoluogo di regione in concomitanza della celebrazione dei cento anni della “Stella al merito del lavoro”.

I neo decorati arricchiranno la famiglia del consolato provinciale di Avellino che, da oltre 20 anni, in attuazione del protocollo d’Intesa sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione opera negli istituti scolastici irpini per contribuire alla crescita morale e professionale delle giovani generazioni.

L'accertamento dei titoli di benemerenza è svolto da una Commissione nominata e presieduta dal Ministro del Lavoro e composta dal Presidente della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro d'Italia, dal Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani d'Azienda, da cinque funzionari designati dalla Presidenza del Consiglio e dai Dicasteri degli Esteri, Agricoltura, Industria, Lavoro, da sei membri designati dalle organizzazioni sindacali di categoria, da quattro membri in rappresentanza dei datori di lavoro.

Destinatari

Cittadini italiani che abbiano prestato attività lavorativa ininterrottamente per un periodo minimo di venticinque anni alle dipendenze della stessa azienda o di trent'anni alle dipendenze di aziende diverse; lavoratori italiani all'estero, senza l'osservanza dei predetti limiti di anzianità.