Avellino

Sangue e violenza nel carcere di Avellino per la folle intemperanza di un detenuto. A dare la notizia è Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: "Un detenuto ha aggredito improvvisamente due agenti di Polizia Penitenziaria con pugni in faccia. Ma questo è solamente l’ultimo episodio, in ordine di tempo, in un carcere che si caratterizza per una pessima organizzazione della sicurezza ed una organizzazione del lavoro da rifondare completamente, dove oltre quaranta agenti sono tuttora in malattia ed i colleghi del Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, che sono quasi cinquanta, non forniscono alcun supporto ai colleghi delle Sezioni detentive”.

Per questo “il Sappe sollecita l’intervento del Ministero della Giustizia e degli organi nazionali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, invitandoli anche ad avvicendare il Comandante di Reparto, che evidentemente non ha adeguati stimoli professionali, considerati la fallimentare organizzazione del lavoro e della sicurezza interna, e lo stesso direttore dell’istituto di pena”, denuncia Guacci.

“Qui ci vuole il personale del Gom per ripristinare legalità e sicurezza in carcere. E se non vediamo fatti concreti, siamo pronti ad organizzare manifestazioni di protesta a Napoli, sotto il Provveditore regionale, ed a Roma, davanti a DAP e Ministero della Giustizia”.
Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, “ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: le donne e gli uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto.

Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Servono soluzioni politiche: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l'incapacità di una Amministrazione che non riesce neppure a garantire la dotazione di strumenti indispensabili, come corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è alcuna traccia in periferia”.