Ariano Irpino

"È una pessima notizia per Ariano la deliberazione del consorzio Asi Avellino del 13/04/2023, che definisce le nuove aree della provincia da candidare a Zes (zona economica speciale), indica i Pip di Morra, Montella, Venticano e Altavilla e lascia clamorosamente fuori l’area Pip di Camporeale, ignorando la delibera di giunta comunale di Ariano che aveva candidato quell’area, acconsentendo alla condizione, posta da Asi, di cederne la gestione allo stesso consorzio."

E' quanto scrivono in una nota i consiglieri comunali di minoranza, del patto civico Marcello Luparella e Daniele Tiso. 

"Si tratta di un segnale della marginalità cui è ormai relegata la nostra città, che pur rappresentando il comune più popoloso tra quelli aderenti all’Asi viene esclusa, a differenza di realtà molto più piccole e periferiche, da un’opportunità importante, se non decisiva.

Il risultato di una gestione inconcludente, priva di idee e di strategie, che nulla programma, che si limita a percorrere, spesso male, strade tracciate da altri.

Nel consiglio comunale, parata del 6/03, rispetto a un documento chiaramente sbilanciato in tutt’altra direzione, avevamo sottolineato la necessità di perseguire una prospettiva di sviluppo dell’area nord-est, quella in cui insiste, appunto, il Pip di Camporeale. Riteniamo che questa sia ancora la strada, ma bisogna perseguirla con atti seri e con la necessaria autorevolezza.

È forse il caso che tutte le forze politiche che effettivamente tengono al futuro di Ariano facciano quadrato, abbandonando personalismi e vecchie divisioni, su questo come su tanti altri argomenti, per cercare di arrestare un declino che va facendosi sempre più pesante." Fin qui la nota di Luparella e Tiso. 

Così nel marzo scorso, vedendoci chiaro si era espresso l'ex sindaco Domenico Gambacorta

Chiariamo subito che la scelta della regione Campania di individuare esclusivamente aree Asi oltretutto prive di lotti per nuovi investimenti, si è rivelata infelice. Infatti, da dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, al 31 dicembre 2020, nelle tre aree Zes della provincia di Avellino sono stati effettuati appena 12 investimenti che hanno garantito agevolazioni attraverso il credito di imposta di appena 1.139 mila euro, di cui oltre la metà a Lacedonia.

Tutto ciò è anche la conseguenza di una decisione mai oggetto di consultazioni con gli enti locali e senza la possibilità di presentare un dossier attraverso una manifestazione di interesse. Anche nei consigli generali dell’Asi, del 2017 e del 2018, non si è mai discusso di Zes.

Il consiglio comunale, ad aprile 2018, pochi giorni dopo la delibera della giunta regionale, chiese a De Luca di integrare le aree Zes individuate anche perché vi erano oltre 300 ettari da distribuire fra le cinque province. Un tentativo in extremis che era doveroso fare e che fu appoggiato anche dalle segreterie provinciali di Cgil Cisl Uil.

Anche se la regione non accolse la richiesta di Ariano, i danni non sono stati irreparabili perché la lentezza del varo dei regolamenti attuativi e la scarsità di risorse finanziarie stanziate (appena 25 milioni di euro per tutto il Sud nel 2018) non hanno, come ho già scritto, suscitato l’interesse degli imprenditori.

La legge 79 del 29 giugno 2022, non solo consente al commissario Zes di rimodulare la riperimetrazione vigente, mettendo a disposizione ettari di suoli occupati da strade, da parcheggi, da verde o da impianti di depurazione; non solo velocizza le procedure di autorizzazione; non solo estende il credito di imposta all’acquisto di terreni e alla realizzazione di immobili; ma stanzia fondi consistenti pari a 250 milioni di euro, per i contratti di sviluppo per le iniziative imprenditoriali da localizzare in area Zes.