“Una donna è stata individuata dalle Unità cinofile di Polizia Penitenziaria nella sala colloqui del carcere di Avellino “Antimo Graziano”, mentre tentava di introdurre circa 300 grammi di hashish nella Casa Circondariale, durante la visita ad un parente detenuto”.
Lo riferisce Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Il cane dell’unità cinofila ha fiutato lo stupefacente nonostante la donna l’avesse nascosto nelle parti intime. I colleghi della Polizia Penitenziaria coordinati dal Comandante di Reparto, hanno denunciato la donna e proceduto con i controlli di rito”.
“I cinofili della Polizia Penitenziaria sono impiegati quotidianamente per la prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti nel carcere. Controlli estesi anche alle persone giunte in istituto in visita ai propri familiari detenuti”.
Mirko Manna, coordinatore nazionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria aggiunge: “Da quando sono state introdotte, le Unità cinofile della Polizia Penitenziaria hanno sempre dato prova di efficienza ed efficacia. Si tratta di una specializzazione che andrebbe potenziata e resa più pervasiva su tutto il territorio nazionale e non solo in attività sporadiche. Il traffico di sostanze stupefacenti va ben al di là della pericolosità delle sostanze sui singoli individui, ma è uno strumento di controllo e sopraffazione dei detenuti più pericolosi nei confronti dei più deboli. Chiediamo il potenziamento dei cinofili della Polizia Penitenziaria e la revisione del Decreto Istitutivo: è assurdo pensare che non siano previsti gli appartenenti al ruolo Ispettori e Funzionari presso questa importante specializzazione della Polizia Penitenziaria”.
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Redazione Ottopagine