Benevento

(f.s.) Per ora facciamo il pieno di rimpianti. Li baratteremmo volentieri con un bel bottino di punti, ma non si può. Quelli rimangono pochi e sono sempre di meno le partite da giocare. 

E' una lotta contro il tempo. Quello rimasto e quello perduto.

Ovvio che ad un osservatore neutrale abbia quantomeno fatto meraviglia che nella sfida del Barbera, il Benevento fosse quello ultimo in classifica e il Palermo la squadra in lotta per acciuffare i play off. C'è da dire che Agostinelli ha probabilmente fatto quello che i suoi predecessori avrebbero dovuto fare in passato: scegliere chi ha un'anima combattiva e lasciare fuori chi ha dimenticato cosa sia l'agonismo. Sembra semplice, ma prima d'ora non è mai stato così.

E' ovvio che nel contesto generale conti, eccome, l'aver ritrovato gente come Glik e Ciano, che hanno trascorso un po' di tempo nei lettini degli ospedali prima di riprendersi un posto. Rimane invece il rimpianto assoluto per non aver mai insistito su Farias, che potrà anche non avere un'ampia autonomia di gioco, ma che ha doti tecniche certamente superiori a tutti i suoi colleghi di reparto.

Per i rimpianti però c'è ancora tempo (poco...), invece è sempre il momento delle speranze (anch'esse poche, pochissime). Agostinelli l'ha detto senza remore che lui ci vuole ancora credere e che qualcosa si può ancora fare. Qualcosa che è al limite dell'impossibile. Ma perchè non provarci?

Servono vittorie, quante più sia possibile. E occorrerebbe che gli altri frenino, visto che tutti hanno calendari complicatissimi. Vediamo cosa succede, tanto metterci un po' di fiducia non farà male a nessuno.