(f.s.) Spesso il calcio è un paradosso. Leggere che per il Palermo la sfida contro il Benevento è la sua ultima spiaggia sembra una autentica forzatura. Ma i giornali siciliani parlano di quella di Corini, come di una squadra in crisi di risultati, che ha vinto una sola volta negli ultimi 10 incontri (5-2 al Modena lo scorso 17 marzo), infilando la bellezza di sei pareggi (di cui 3 casalinghi), e tre sconfitte (a Genova, Parma e Venezia). In effetti i rosanero si sono fatti recuperare in classifica dallo stesso Modena e dalla Ternana, con la zona play off che ora dista tre lunghezze. Corini non avrà per la sfida col Benevento Aurelio, oltre ai lungodegenti Stulac ed Elia (un ex), e neanche Di Mariano che sembra doversi operare ad un ginocchio.
Uno sguardo in casa dei prossimi avversari sembrava d'obbligo, anche se come sempre sarà essenziale che i giallorossi estraggano dal loro bagaglio, tecnico e di esperienza, una partita finalmente convincente che possa condurre ad una vittoria che ormai manca da ben 8 giornate (18 febbraio, 1-0 al Brescia). Impresa ardua, al di là dell'intolleranza dei palermitani alle vittorie contro le squadre di bassa classifica.
Agostinelli ci prova come e più di chi l'ha preceduto: non ha nulla da perdere lui, ma sta dando fondo a tutte le sue risorse per provare a cavare qualcosa di buono da un gruppo che sembra essersi anche un po' rassegnato.
L'impressione è che terrà fede a ciò che disse in una recente trasmissione di Ottogol: “Quando le hai provate tutte, puoi anche varare un attacco senza prime punte”. Già, considerati i recuperi di Ciano e Farias, entrambi trequartisti dai piedi buoni e capaci di inquadrare la porta pur senza essere uomini d'area e la stima che il tecnico nutre per il giovane Carfora c'è da credere che si possa schierare un tridente formato proprio dai tre, con un “falso nueve” e due esterni pronti a convergere. Non ci sarà molta fisicità in attacco, ma si potrà compensare con la velocità e con la tecnica.
Il resto lo dovrà fare il centrocampo dove è richiesto filtro e spinta. Schiattarella dovrebbe esserci, così come Acampora. Il terzo centrocampista potrebbe essere anche Viviani, fino ad un certo punto controfigura di Schiattarella, capace invece anche di interdire e di proporsi. Quando sono state provate tutte, non ci si può far scrupolo ad affidarsi a qualcosa di diverso da quello che è stato finora uno spettacolo di modeste capacità.