Benevento

Hanno tutti raccontato la loro storia, ascoltati come testimoni del pm Maria Colucci, nel processo a carico di Angelo Graziano (avvocato Carlo Taormina), 34 anni, residente a Montefusco ma domiciliato a San Giorgio del Sannio, da settembre agli arresti domiciliari - oggi gli sono stati revocati, ora è libero - per omicidio preterintenzionale, truffa, lesioni aggravate nei confronti di numerose persone, esercizio abusivo della professione medica, con terapie praticate in un ambulatorio di San Giorgio del Sannio ad alcuni pazienti: tra di loro una 53enne che era morta. 

Alcuni di quei pazienti si sono accomodati questa mattina dinanzi alla Corte di assise e, rispondendo alle domande del rappresentante dell'accusa e dei legali delle parti, hanno ricostruito la loro frequentazione con l'imputato. Come un signore che ha ricordato di aver saputo di quel “fisioterapista dalla badante che accudiva” sua madre, poi deceduta. “Avevo problemi muscolari, soffrivo di emorroidi e colite, sono andato nel suo studio e mi ha dato delle compresse. In una occasione erano contenute in una confezione scritta in tedesco, le ho ingerite e mi sono trovato bene”, ha continuato. Precisando di essere diventato nel tempo “un amico del dottore Angelo Graziano, che più di una volta mi ha invitato a fare, in virtù del lavoro che svolgevo, a contatto con oli e benzine, delle analisi sulla presenza dei metalli nel sangue che sarebbero state valutate da un medico tedesco”.

Siamo nel maggio del 2020, “lui mi ha fatto un prelievo di sangue e lo ha spedito in Germania, io gli ho versato 690 euro che avrebbe usato per il bonifico destinato al laboratorio”. E ancora: “Mi sono arrivati più solleciti dalla Germania, mi invitavano a saldare il dovuto, l'ho comunicato al dottore Graziano e lui mi ha risposto che non dovevo preoccuparmi. I risultati sono arrivati a casa mia, poi c'è stato un consulto con il medico tedesco, che non mi ha visitato. Ha dato un'occhiata alle analisi, ma non erano le mie – mi aveva diagnosticato il diabete -, che non ha mai visto. Allora ha valutato solo quelle alle quali mi ero sottoposto in Italia, affermando che stavo abbastanza bene", ha concluso.

Nel processo, che vivrà la prossima udienza il 5 luglio, si sono costituiti parti civili gli eredi della donna morta, con l'avvocato Cinzia Capone, e una paziente, assistita dall'avvocato Stefano Pescatore.