150mila presenze, un colpo d'occhio notevole tra moderno e romantico e una manifestazione che ha colpito tutti. Campania Alleva è stata sorprendente per certi versi, ma non in un risvolto fondamentale: se si fanno le cose per bene i risultati arrivano.
Poche chiacchiere
E' passata in sordina l'organizzazione dell'evento: Davide Minicozzi, un ragazzo dalla faccia paciosa che ha preso le redini dell'associazione allevatori di Campania e Molise, con la sponda dell'allegra macchina da guerra che è la Coldiretti di Benevento, ha parlato poco prima, nelle fasi realizzative dell'evento. I risultati si sono visti e sono stati apprezzati da tutti: De Luca ha dichiarato di “Non aspettarsi un evento di questo livello”, ed ha rispecchiato un po' l'umore di tanti. Nell'ultimo week end il passaparola è stato virale e la fiera è stata presa d'assalto non solo dagli addetti ai lavori, ma anche da curiosi, famiglie con bambini, perché ormai mucche, galline, oche sono per i bimbi “rari” come gli animali degli zoo. Ne è venuta fuori una manifestazione molto bella, moderna, ma allo stesso romantica per la sua conformazione che per alcuni aspetti ricordava le antiche fiere, quelle ormai perdute.
Il marchio
Campania Alleva, come anticipato dallo stesso Davide Minicozzi, diventerà un marchio per certificare produzioni di qualità: va benissimo, ce n'è bisogno in un momento in cui puntare sulla qualità (specie in territori piccoli, che solo la qualità hanno da offrire) è fondamentale per competere. Ma è giusto che il marchio non rappresenti solo le produzioni, ma anche la fiera stessa: lo hanno detto sia Mastella che De Luca, e anche Ottopagine già venerdì. Campania Alleva ha dimostrato di non avere nulla da invidiare alle grandi manifestazioni fieristiche italiane, come Vinitaly, come il Cibus. Bisogna andare in questa direzione rendendo strutturale l'evento per il Sannio. Migliorandolo
Cosa Migliorare
Sì, perché ci sono diversi aspetti che si possono migliorare in un evento che pure merita solo complimenti. Innanzitutto la questione logistica, indipendente dagli organizzatori quella infrastrutturale: c'è solo una stradina per arrivare alla struttura scelta e nei momenti di punta per percorrere pochi metri era necessaria oltre un'ora. Andrebbe creato un collegamento in grado di smaltire gli alti flussi di pubblico, magari sfruttando la viabilità interna. E poi i parcheggi, e magari un servizio navetta più intenso e capillare.
Auspicabile allargare l'offerta a quanto di buono e di bello c'è nel Sannio: il vino, l'olio e quelle produzioni agroalimentari di qualità che si sposerebbero alla perfezione con la manifestazione.
Senza però il rischio di snaturare un evento bello anche per il suo aspetto “rustico”, facendolo diventare industriale e plastificato.
Al netto di ciò il risultato può dirsi assolutamente straordinario: un esempio concreto di come lavorando e impegnandosi il Sannio può produrre risultati straordinari.