Aversa

Resta altissima la tensione nelle carceri della Campania, oggi affollate da oltre 6.800 detenuti, e continua inesorabilmente a salire il numero di eventi critici tra le sbarre. Ultimi gravi episodi quelli avvenuti nella notte all’interno della struttura detentiva di Aversa, come denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE per voce di Donato Capece, segretario generale del Sindacato: “Ennesima notte di criticità nella Casa di reclusione di Aversa, dove subito poco dopo la mezzanotte un detenuto di origine maghrebina in evidente stato di alterazione ha dato origine ad un incendio dando fuoco a tutto quello che era presente nella sue cella: il pronto intervento della Polizia Penitenziaria è servito a sedare tempestivamente le fiamme ed il fumo ed il Reparto è messo nuovamente in sicurezza. Il detenuto veniva dunque spostato in un’altra cella, ma anche qui ha di nuovo dato fuoco alla cella. Ogni giorno nelle carceri campane succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Capece che evidenzia un ulteriore evento critico da un altro detenuto della Casa di reclusione aversana: “Un altro detenuto con evidenti problemi psichici, che si era reso autore della devastazione di più celle prima al Reparto nuovo, poi al Reparto 5, dava inizio ad una nuova devastazione della cella ove era stato ubicato al Reparto 6”.

Il segretario generale del Sindacato ricorda che “il SAPPE denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”.