Benevento

Due si sono avvalse della facoltà di non rispondere, a differenza della terza. Sono queste le scelte operate, durante gli interrogatori di garanzia in videoconferenza dalla caserma dei carabinieri, dalle tre persone di Benevento finite agli arresti domiciliari nell'inchiesta della Procura di Trapani su droga, telefoni e corruzione nel carcere siciliano. In silenzio sono rimasti Annarita Taddeo (avvocati Vincenzo Sguera e Gerardo Giorgione),  32 anni, e Roberto Fallarino (avvocato Giulia Cavaiuolo),  32 anni, anche se entrambi hanno rilasciato delle dichiarazioni spontanee.

La prima ha negato di aver pagato somme di denaro – per lei una ipotesi di corruzione- per far entrare in carcere telefonini destinati al compagno, Nicola Fallarino (avvocato Domenico Dello Iacono), 39 anni, che, interrogato sabato, ha deciso di non rispondere; l'altro, Roberto Fallarino, ha escluso ogni responsabilità a carico di Vincenzo Piscopo (avvocato Giorgione), 33 anni, che dal canto suo ha spiegato di aver soltanto accompagnato Fallarino a Trapani, senza essere in alcun modo a conoscenza del fatto che avrebbe lanciato un pallone, contenente alcuni cellulari, all'interno del carcere. Una scena immortalata dalle telecamere.