“L’introduzione dei medici del Corpo di polizia penitenziaria prevista nell’ambito del ‘decreto assunzioni’ approvato, per quanto si apprende, nel corso della riunione del consiglio dei ministri da poco conclusasi è di portata assolutamente straordinaria e, oltre a iniziare a parificare la polizia penitenziaria alle altre forze dell’ordine ed a consentire un’efficace gestione delle pratiche sanitarie degli operatori, aumenterà i livelli di sicurezza, non solo sanitaria, delle carceri.
Diamo atto al sottosegretario al ministero della giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, e al Governo tutto di aver mantenuto l’impegno su una questione la cui soluzione sollecitavamo da anni; ora si prosegua con assunzioni straordinarie, equipaggiamenti, modello custodiale, protocolli operativi e riorganizzazione complessiva”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
“La Polizia penitenziaria è l’unico fra i corpi civili e militari dello Stato a non essere dotato di medici, con pesantissime ripercussioni in termini di gestione sanitaria che sono diventate drammatiche durante la pandemia da Covid-19 e riflessi enormi anche sulla generale sicurezza carceraria. Aspettiamo ovviamente di leggere il testo del decreto-legge, riservandoci di produrre eventuali osservazioni alle commissioni parlamentari deputate, ma certamente è un passo di portata storica che muove nella direzione giusta”, continua il segretario della Uilpa polizia penitenziaria.
Nondimeno, l’introduzione dei medici con l’ampliamento organico dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria ripropone ancora una volta la necessità di ridisegnarne l’architettura nell’ambito di una riorganizzazione complessiva del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Parallelamente, è necessario procedere ad assunzioni straordinarie che possano in breve tempo ridurre il gap di 18mila unità fra operatori in servizio e fabbisogno reale, così com’è indispensabile implementare gli equipaggiamenti, ripensare il modello custodiale e redigere protocolli d’intervento operativo per la gestione degli eventi turbativi dell’ordine, della sicurezza o, comunque, del regolare svolgimento dei servizi”, conclude De Fazio.