Benevento

Appropriazione indebita e riciclaggio delle somme Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Queste le ipotesi di reato contestate a vario titolo ad un 67enne (risponde per l'appropriazione indebita), tre fratelli di 38, 32 e 33 anni, tutti di Benevento; un 55enne e un 53enne entrambi di Caserta, finiti al centro di un'indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dalla Guardia di Finanza di Benevento. Inchiesta partita dopo la denuncia della vittima e che ha portato all'alba di oggi al sequestro preventivo di 1 milione e 249mila euro nei confronti degli indagati.

Le indagini, avviate dopo la denuncia della parte offesa, in ordine ad ipotesi di appropriazione indebita poste in essere dal fratello e “relative – si legge in una nota del procuratore facenti funzioni di Santa Maria Capua Vetere, Carmine Renzulli -, alla gestione di somme di denaro della società di capitali di cui entrambi sono soci, si sono concentrate sulla destinazione delle somme elargite dall'Agea a favore della società nel 2016 e nel 2018 e sui rapporti tra il 67enne e il 55enne, delegato alla riscossione delle somme”.

Dalle indagini è emerso un complesso sistema di molteplici operazioni bancarie poste in essere in un Istituto di credito con sede a Caserta “attuato mediante l'accensione di conti correnti bancari a nome della società e degli indagati”.

Secondo l'accusa il 55enne, commercialista della società, dopo “aver incassato su procura speciale la somma elargita dall'Agea, ha bonificato sul conto corrente societario circa 1 milione e 700mila euro; successivamente – sempre secondo l'accusa – l'amministratore, il 67enne di Benevento – si è appropriato di parte dei soldi” equivalenti al sequestro scattato oggi “sottraendoli al socio, ovvero al fratello, ad altri creditori e all'erario”.

Dopo aver prelevato la somma di denaro, il 67enne ha trasferito, mediante delle donazioni, i soldi ad altri familiari ora indagati per riciclaggio perchè avrebbero in seguito trasferito a loro volta i soldi in favore di un commercialista e del fratello e di una società immobiliare costituita ad hoc per poi acquistare beni immobili già di proprietà dei fratelli e del padre che aveva donato loro i soldi sui quali pendevano procedure giudiziarie da parte del Tribunale di Benevento.