Avellino

Dei lavori svedesi e tedeschi, intitolati “i mille visi del diabete del tipo2(DT2), presentati nel recente congresso di Montpellier a cura della Società Francofona del Diabete (SFD), dimostrano l’esistenza di una grande eterogeneità dei pazienti affetti dal diabete del tipo2. Si tratta di una tappa importante verso una medicina di precisione che ha lo scopo di prescrivere trattamenti destinati ai soggetti a rischio.

Questa affezione si rivela decisamente molto eterogenea. Conosciamo il diabete del tipo 1 (DT1), debuttante piuttosto durante l’infanzia, e quello del tipo2 (DT2) che compare nell’età adulta. Ma questa distinzione, per lungo tempo basata tra l’altro sull’età e sul peso, il DT1 essendo piuttosto caratterizzato da un dimagramento e il DT2 da un sovrappeso o dall’obesità, non basta più.

Anche per il fatto che al giorno d’oggi troviamo un 18% di obesi nei due tipi di diabete. Ora i diabetologi si rendono conto dell’eterogeneità dei malati affetti da diabete del tipo2 (il modo della scoperta, i tipi delle complicazioni, etc.). Inoltre la comunità degli endocrinologi non è unanime su cosa è il diabete del tipo 2. Successivamente una riflessione è partita in questo senso, in particolare nel nord dell’Europa, dove dei ricercatori hanno voluto stratificare i pazienti in sotto-gruppi. Questi lavori scandinavi sono stati pubblicati nel 2018 dalla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet” e si basano di un’analisi bioinformatica di più variabili come l’età, l’indice di massa corporea (BMI), il dosaggio dell’emoglobina glicata, e il calcolo dell’indice di Homa (Homeostasis Model Accessment of insuline resistance), stabilito a partire dai valori della glicemia e dell’insulinemia. I ricercatori così hanno potuto identificare cinque clusters (gruppi) di pazienti, e altrettanti sottogruppi che presentano dei differenti profili di rischio.

Il cluster 1 (6% dei pazienti) raggruppa persone che presentano una malattia evidenziabile dalla presenza di auto-anticorpi, come il diabete del tipo1.

Il cluster 2 (18%) presenta un alto rischio di complicazioni e renali.

Il cluster 3 (15%) è caratterizzato dai rischi cardio-vascolari.

Il cluster 4 (22%) è più legato all’obesità.

Il cluster 5 (39%) riguarda in modo particolare gli anziani.

Questi dati sono confermati dai lavori tedeschi. Questa nuova classificazione costituisce un primo passo verso una medicina di precisione che si concretizzerà con differenti strategie terapeutiche.

L'autore è Medico - Endocrinologo