Benevento

L'avrebbe maltrattato ripetutamente, almeno sei settimane prima che il cuore del piccolo smettesse di battere per sempre. E' questa l'ipotesi di reato, che ha preso il posto di quella iniziale di omicidio, contestata ad una 25enne di Benevento, mamma del bimbo di 5 mesi deceduto il 28 gennaio del 2022 al Santobono di Napoli. E' prospettata nell'inchiesta, ora conclusa, del pm Maria Gabriella di Lauro e dei carabinieri su una drammatica vicenda che aveva turbato l'opinione pubblica.

Difesa dall'avvocato Gerardo Giorgione, la donna è ritenuta la presunta responsabile di condotte nei confronti del figlioletto che gli avrebbero procurato lesioni inquadrabili nella cosiddetta sindrome del bambino maltrattato.

Come anticipato da Ottopagine a dicembre, erano state queste le conclusioni alle quali erano giunti il medico legale Emilio D'Oro, il neurochirurgo Tommaso Tufo e la neonatologa Beatrice Leopardo, che avevano curato l'autopsia, stabilendo che il decesso era stato causato da un'emorragia cerebrale post traumatica causata da una lesione da scuotimento della testa. Gli stessi specialisti avevano poi accertato anche la presenza di una serie di fratture, più o meno consolidate, ai polsi, al torace ed agli arti inferiori.

Come più volte ricordato, tutto era iniziato il 16 gennaio, quando il piccolo era stato ricoverato al Fatebenefratelli di Benevento. Dopo alcuni giorni era tornato a casa, ma la sera del 25 gennaio era stato trasportato d'urgenza, evidentemente perchè stava male, al pronto soccorso del San Pio di Benevento dove era stato sottoposto ad una Tac e dichiarato in prognosi riservata. Ne era stato disposto l'immediato trasferimento, compiuto in elicottero, al Santobono, dove, nonostante gli sforzi dei medici, aveva smesso di vivere. I militari avevano raccolto una serie di dichiarazioni dalle quali sarebbe emerso un colpo accidentale con una spazzola, poi gettata perchè rotta, inferto da una cuginetta al bimbo.

In vista dell'autopsia, gli avvisi di garanzia per omicidio volontario avevano raggiunto la mamma e due zii, che avevano indicato come consulente il dottore Michele Selvaggio, poi scomparso, mentre nessuna nomina era stata fatta dal padre e dalla nonna paterna della vittima, parti offese, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Sguera e Fabio Russo.

Erano stati sequestrati i cellulari degli indagati, poi l'intervento del Tribunale per i minori, che aveva tolto alla donna, per motivi precauzionali, la figlioletta di 4 anni. Erano stati nominati l'avvocato Maria Di Vaia come tutore e l'avvocato Marianna Corbo, la bambina era stata trasferita presso una comunità dove la mamma può farle visita.

L'indagata ha adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogata o produrre memorie difensive; esaurita questa fase, il Pm procederà alla richiesta di rinvio a giudizio.