Benevento

Avrebbe allungato le sue mani sulla figlia, fin da quando lei non aveva compiuto 14 anni. Un'accusa grave per la quale, così come chiesto dal pm Stefania Bianco, il gup Maria Di Carlo ha spedito a giudizio – il processo partirà il 7 novembre dinanzi al primo collegio - L.F. un 47enne che abita in un centro poco distante da Benevento.

Difeso dall'avvocato Antonio Leone, che aveva insistito per il non doversi procedere anche alla luce di una sentenza che aveva messo in dubbio l'attendibilità della ragazza, l'uomo è stato chiamato in causa per fatti che sarebbero accaduti dal 2019 al dicembre del 2020. Secondo gli inquirenti, mentre la ragazzina era a letto, il genitore le avrebbe rivolto le sue squallide 'attenzioni', palpeggiandole più parti del corpo e costringendola a subire atti sessuali.

L'inchiesta, scandita anche da un incidente probatorio, era stata avviata dopo una denuncia nella quale la minore, assistita dall'avvocato Elena Cosina, aveva puntato il dito contro il papà. L'aveva fatto in precedenza anche contro la madre e l'attuale convivente: allora 11enne, aveva raccontato che avrebbero lasciato semi aperta la porta della loro camera da letto e la luce di una lampada accesa, e in questo modo lei li avrebbe visti nudi mentre avevano rapporti sessuali. Comportamenti al centro di un processo che si è concluso nell'ottobre del 2022 con l'assoluzione perchè il fatto non costituisce reato.