Salerno

La cappella dell'Addolorata, nella navata destra del Duomo, ospiterà dal 2 al 16 aprile l'esposizione della Sindone Salernitana. Il telo, di proprietà delle clarisse del monastero di San Michele Arcangelo, è custodito nel museo diocesano. E, in via eccezionale, sarà nuovamente visibile a fedeli, cittadini e turisti.

Intorno alla Sindone Salernitana non poteva mancare un alone di mistero: non ci sono documentazioni certe ma, con ogni probabilità, apparteneva a Casa Savoia, come lascia intendere la corona regale che caratterizza la borchia della serratura del cofanetto nella quale si conserva il sacro velo.

"Ad avvalorare questa ipotesi, la diffusione del culto della Sacra Sindone da parte della terziaria clarissa Maria Francesca di Savoia che, dalla metà del Seicento, fece eseguire diverse copie della Sacra Sindone di Torino del 1665, per distribuirle a chiese e conventi dell'Ordine di Santa Chiara - spiegano dall'arcidiocesi salernitana -. Ex tracum ex originali taurinense anno 1665 è, infatti, l'iscrizione presente sul lato sinistro della copia salernitana. La tradizione riferisce che le singole copie venivano tutte messe "a contatto diretto" con la Sacra Sindone di Torino. Perciò, in senso stretto, la copia salernitana sarebbe una reliquia, per contatto, che le Clarisse esponevano ogni anno nel periodo della Settimana Santa, nella chiesa del monastero".

Dopo la soppressione del monastero, la Sindone salernitana fu esposta nuovamente alla venerazione del popolo salernitano, nell'ottobre del 1978, per volontà di monsignor Gaetano Pollio, arcivescovo di Salerno dal '69 al '78. Il direttore del museo Diocesano 'San Matteo' di Salerno, l'architetto Carmen Rossomando, spiega che "è stato l'arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Andrea Bellandi, a invitarci a organizzare questa esposizione e, in questo periodo pasquale, abbiamo scelto di collocare l'evento presso la cattedrale, trovando preziosa collaborazione anche da parte del parroco, don Michele Pecoraro".