Arriverà il 20 aprile la decisione del giudice Murgosu due questioni sollevate dalle difese nel processo a carico di Andrea Lanzalone (avvocato Sergio Rando) e Giovanni Zollo (avvocato Danilo Riccio), dirigente e funzionario del Comune, che nel marzo del 2019, in concorso tra loro, avrebbero “abbattuto, in assenza di autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Benevento e Caserta, 12 pini domestici radicati in zona soggetta a vincolo di tutela ai sensi dell’art. 10, comma 4 lettera g, del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e precisamente in Benevento lungo il Viale degli Atlantici, con la circostanza aggravante di aver commesso il fatto con l’abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione e al pubblico servizio”.
La prima questione riguarda la mancata indicazione, tra le parti offese, oltre che del movimento Benevento città verde con l'avvocato Marcello D'Auria, anche del Comune di Benevento e della Soprintendenza, l'altra l'ammissibilità, come parti civili, del Comitato 'Giù le mani dai pini' con l'avvocato Giovanni Rossi, e dell'avvocato Luca Coletta, in proprio e come presidente dello stesso Comitato.
Secondo gli inquirenti, gli imputati, avrebbero “deteriorato l’habitat esistente lungo il Viale degli Atlantici, inserito nell’area del centro storico dal PUC del 2011, nonché all’interno della zona protetta dei cc.dd. “corridoi ecologici”, area di protezione entro 1000 metri dalla sponda del fiume Sabato”. Il sequestro era scattato “per il pericolo di abbattimenti generalizzati, come previsto dalla delibera n. 41/2020 , senza i previsti presupposti e le necessarie previste autorizzazioni”, di altri alberi, “con facoltà d’uso per il Comune di Benevento ai fini degli interventi di ordinaria ovvero straordinaria manutenzione debitamente documentati”.