Sorella Nora Cocca Silenziosi Operai della Croce
Ricorre quest'anno il decimo anniversario della beatificazione di monsignor Luigi Novarese avvenuta l'11 maggio 2013. Ecco una testimonianza significativa.
Il beato Novarese nasce in una famiglia che si amava molto. Così racconta Maria Novarese, la sorella maggiore del beato: “Sono nata in una famiglia di agricoltori, Mio padre e mia madre si amavano tanto e avevano messo al mondo 5 figli. Vivevamo alla cascina Serniola….il lavoro dei campi cresceva sempre di più e mio padre aveva bisogno di operai che lo aiutassero. Prima di assumerli gli faceva un discorso chiaro – Io sono contento di prendervi a lavorare con me. Se però sento che qualcuno di voi bestemmia, mi dispiace ma sarò costretto a licenziarlo. Dovete capirmi, ho cinque bambini piccoli che ripetono tutto quello che sentono – Quando eravamo piccoli, il momento più bello della settimana era la domenica. Mia madre andava ai vespri in chiesa e noi giocavamo con nostro padre all’ombra di un nocciolo. Lo pettinavamo gli tiravamo i baffi, ci divertivamo un mondo, anche se lui era autoritario.
Durante la settimana, papà lavorava molto… la sera arrivava a casa stanco, però ci riuniva in cucina e ci faceva recitare il rosario. Lui iniziava e noi rispondevamo. Lo diceva passeggiando avanti e indietro per la stanza, perché se si fosse seduto, si sarebbe addormentato…un giorno, la mamma incominciò a non stare bene, mentre aspettava l’ultimo figlio.
Le venne una forte emorragia di sangue al naso e tutti noi avevamo paura di perderla. Questa scena me la ricordo benissimo, avevo 14 anni. Una sera mio padre si inginocchiò davanti alla statuetta della Madonna di Lourdes e dal profondo del cuore disse - O Vergine Santa, se uno di noi deve venire da te, prendi me. Io non saprei allevare questi bambini – Pochi mesi dopo il Signore lo prenderà in parola. Luigi nato di otto mesi, piangeva in continuazione. Era Luglio e faceva molto caldo, ma dovevamo tenerlo in braccio tutto il giorno con lo scaldino di lana, pieno di brace.
Gli guardavano sempre i piedini per vedere se diventavano viola, per capire se riscaldarlo di più….Mio padre era così felice di questo bambino nonostante tutte le difficoltà e le paure di perderlo….Un giorno di aprile , mio padre è tornato a casa dal lavoro ….dicendo che non stava per nulla bene e che aveva paura di essere alla fine.
Arrivò il dottore, si rende subito conto della gravità della situazione, perché allora di polmonite si moriva…. Il giorno dopo è arrivato il parroco e gli ha portato l’olio santo. Quello sarebbe stato l’ultimo giorno di mio padre. All’una ci ha voluti tutti e sei intorno al letto, il più piccolo era Luigino che come al solito piangeva….Bambini …perdonatemi se qualche volta vi ho sgridato e non lo meritavate, ma credete, vi ho sempre voluto bene…Ora pregate, perché io fra poco sarò di fronte all’Eterno Padre…..ha iniziato a recitare le preghiere e dopo le ultime giaculatorie ha reclinato il capo.
Parole toccanti che ci rivelano un padre generoso, con un amore per Dio e per la sua famiglia. In lui si coniugano autorevolezza e dolcezza nel prendersi cura dei suoi bambini. Desiderio di preservarli da parole non educative. La preghiera con la sua famiglia chiude la giornata, nonostante la stanchezza. Grande è la trasparenza nel riconoscere le sue debolezze ma anche grande è l’amore oblativo che lo porta a donare la vita per i suoi figli.