Sant'Agata de Goti

E' slittata al 10 maggio, per un difetto di notifiche, l'udienza preliminare a carico di sette persone di cui il pm Patrizia Filomena Rosa ha chiesto il rinvio a giudizio in un filone dell'inchiesta sui centri migranti. Si tratta di Paolo Di Donato, 53 anni, Silvana Di Donato, 61 anni, e Graziella Di Donato, 57 anni, di Sant'Agata dei Goti, di Giuseppe Caligiure, 75 anni, Giovanni Pollastro, 36 anni, Renza Fusco, 63 anni, anche loro di Sant'Agata, e Elio Ouechtati, 32 anni, di Montesarchio.

Per Paolo Di Donato, indicato come amministratore e/o gestore di fatto del Consorzio Maleventum, e le sorelle l'accusa di peculato: secondo gli inquirenti, si sarebbero appropriati della somma di 774mila euro stanziata dalla Prefettura a favore del Consorzio dopo l'aggiudicazione dei bandi di gara e le successive convenzioni per la gestione dei cetri di accoglienza denominati 'Damasco'.

Nel mirino sono finite spese per borse, viaggi, e pernottamenti in albergo, ma anche alcune operazioni, tra le quali il trasferimento di un terreno da una società al Consorzio, con un atto mai perfezionato.

Per Di Donato e agli altri quattro (legali rappresentanti del Consorzio in epoche diverse, dal gennaio 2015 al marzo del 2017) l'addebito di frode nell'esecuzione del capitolato stipulato con la Perfettura. Sono impegnati nella difesa gli avvocati Vittorio Fuci, Pietro Farina e Domenico Zampelli.

L'inchiesta è stata anche scandita dal sequestro, fino alla concorrenza di 774mila euro, a carico di Paolo, Silvana e Graziella Di Donato. In quella occasione erano stati apposti sigilli anche ad una società che si riteneva fosse nella disponibilità di Paolo Di Donato. Il provvedimento era però stato annullato dal Riesame, al quale gli atti erano stati trasmessi per una nuova valutazione dopo la pronuncia della Cassazione.