Avellino

Da quando il Comune di Avellino, in completa e legittima attuazione della Legge regionale 14 del 2016, ha deciso di costituire il proprio Sub Ambito Distrettuale in merito alla gestione dei rifiuti della città capoluogo, stiamo assistendo a prese di posizione a dir poco bizzarre. 

La legge lo permette, anzi lo auspica, i posti di lavoro sono sempre garantiti come succede in qualsiasi passaggio di cantiere di servizio pubblico, ma nonostante ciò c’è chi prova a infondere dubbi e incertezze nei lavoratori e nella comunità tutta. Ai primi viene sventolato lo spettro del privato "brutto e cattivo" che schiavizzerà i lavoratori e licenzierà tutti appena ne avrà la possibilità in barba ai livelli occupazionali da garantire di cui sopra; con i secondi addirittura si allude a ragionamenti populisti su quanto alla criminalità organizzata piaccia il settore dei rifiuti. 

Il non-problema sarebbe dunque l’ingresso di un privato nella gestione dei rifiuti ad Avellino, città che, per ovvie ragioni, attualmente muove i numeri maggiori di irpiniambiente: il maggior numero di lavoratori e il maggior volume di rifiuti da gestire, sia per lo smaltimento (costi) che per il recupero (guadagni). 

Tranquillizzando i cittadini di Monteverde che non subiranno alcun effetto “privato ad Avellino” venendo meno millantate e fantasiose economie di scala, anche noi ci facciamo una domanda populista: si sa che i politici fanno clientele laddove riescono ad esercitare un po’ di potere, siamo sicuri che non si stia usando la scusa del privato per evitare una gestione più trasparente e mantenere così un personale maggiore potere nella gestione della cosa pubblica?