Benevento

Quando la sua esistenza si era bruscamente interrotta, Pasquale aveva 51 anni. Era il 12 novembre del 2020, il suo cuore aveva smesso di battere nell'ospedale di Nocera Inferiore, dove era ricoverato per i traumi subiti due settimane prima mentre lavorava in un cantiere a San Salvatore Telesino.

Secondo gli inquirenti, mentre effettuava delle misure, come lavoratore autonomo, era precipitato da un soppalco alto tre metri, finendo, durante la caduta, sui tubi di una impalcatura sottostante.

Un dramma al centro di una inchiesta dei carabinieri e del pm Patrizia Filomena Rosa, che l'ha conclusa chiamando in causa quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di presunte violazioni delle norme antinfortunistiche: Filomena D'Angelo, 30 anni, Antonio D'Angelo, 55 anni, di Valle di Maddaloni, indicati come legale rappresentante della Omnia Cibus srl, nel cui stabile tutto si era verificato, e gestore di fatto, Gennaro Izzo, 50 anni, di Valle di Maddaloni, legale rappresentante della Gbm srl, alla quale i lavori erano stati affidati,e Mario Carrozza, 70 anni, di Telese Terme, dipendente della Gbm fino al 30 agosto del 2020, che avrebbe contattato e condotto sul sito Gisondi, assumendo di fatto – sostiene l'accusa – il ruolo di lavoratore e preposto ai lavori.

La speranza che Pasquale ce la facesse era naufragata dopo quindici giorni, quando era morto a Nocera. La salma era stata sottoposta dal medico legale Giovanni Zotti all'autopsia disposta dalla Procura in una inchiesta che è terminata.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Agostino Imposimato, Fabio Carusone ed Ettore Marcarelli.