Avellino

E' irpino come lui. E gli pesa non poco dire quello che pensa veramente. Don Vitaliano della Sala, parroco di Mercogliano e vicedirettore della Caritas, rispetto alla bufera mediatica che ha travolto il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per la strage di migranti sulle coste calabresi, non ha davvero dubbi. "Si dovrebbe dimettere, ma almeno ora chieda scusa", osserva l'ex parroco barricadero, ospite della rubrica "Punto di vista" (clicca qui per rivedere l'intervista), andata in onda su Otto Channel tv canale 16 del digitale terrestre.

Il monito del Papa

"Il Papa – racconta don Vitaliano della Sala - lo ripete da anni che il Mediterraneo continua a essere un cimitero di migranti. Noi abbiamo ancora in vigore la Bossi-Fini che blocca i flussi migratori legali. Andrebbero riattivati anche per controllare l'arrivo dei migranti. Ma finché questo argomento sarà oggetto di lotte ideologiche non si risolverà mai il problema e avremo altri morti in mare".

Ma il tema del giorno riguarda le dichiarazioni del ministro Piantedosi che hanno suscitato un vespaio di polemiche.

"Piantedosi si renda conto di quello che ha detto"

"A me – argomenta il parroco di Mercogliano - dispiace che Piantedosi, che è un nostro conterraneo, abbia rilasciato dichiarazioni del genere. Certe cose le può dire chi non ha esperienza, lui ha fatto il prefetto per tanti anni. Da lui è lecito aspettarsi una politica di chiusura con la colpevolizzazione anche delle Ong che pure cercano di salvare i migranti in mare. Ma spero che si renda conto e chieda scusa delle sue parole. Sono state dichiarazioni disumane e dovrebbero fargli tirare le conclusioni".

Le dimissioni o almeno chiedere scusa

"Il ministro greco che non c'entrava nulla per l'incidente dei treni si è dimesso. Anche Piantedosi dovrebbe fare lo stesso o almeno dire che quelle parole gli sono scappate dalla bocca. Noi – continua il parroco - viviamo storie incredibili, abbiamo ospitato un ragazzo del Bangladesh partito due anni fa dal suo paese: ha attraversato un'odissea tra Turchia e Grecia, un viaggio di due anni. E' normale che arrivi in Italia con tanta rabbia dentro. Ma non dimenticate che chi arriva dalla Libia ha subio torture, le donne violentate. Usciamo dalle ideologie e cerchiamo di capire come affrontare il problema senza pregiudiz. Bisognerebbe sicuramente ricreare i flussi legali. Ma lo scontro politico rovina la ricerca di soluzioni".