Benevento

Amministrazioni, associazioni e imprese assieme, per confrontarsi su passato, presente e futuro delle energie alternative sui territori e nei territori. E' il modello su cui è stato strutturato il Forum eolico, organizzato da Legambiente alla Rocca dei Rettori: a Benevento, perché un forum del genere, che ha visto anche la presentazione del dossier “Qual buon vento” non poteva che tenersi nelle aree interne della Campania, naturalmente votate all'eolico.
Dopo i saluti istituzionali dell'assessora al Bilancio del Comune di Benevento, Maria Carmela Serluca e del vicepresidente della provincia di Benevento Capuano, viste le assenze per impegni concomitanti del sindaco Clemente Mastella e del presidente Nino Lombardi, è intervenuta Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania
“Abbiamo cercato di mettere insieme tutti gli attori coinvolti per creare alleanze, per vincere difficoltà. Non bastava più il dossier sui comuni rinnovabili e per questo abbiamo creato un dossier unico, a tema eolico, proprio qui a Benevento. Chi ha messo qui le prime pale eoliche nel '95 è stato coraggioso. L'ostilità dei territori: le dispersioni di metano portano conseguenze disastrose anche per il turismo, ma mi risulta difficile che ci siano le stesse opposizioni o vertenze che troviamo per l'eolico. L'eolico si fa e si deve fare dove c'è vocazione a farlo”.

E il dossier “Qual buon vento” è stato presentato da Ottavia D'Agostino, che ha illustrato tratti, caratteristiche e prospettive dell'eolico in Campania.

Nell'arco del convegno il patron di Ivpc e presidente di Confindustria Benevento, Oreste Vigorito si è soffermato sulla sua esperienza: “Ricordo che in Sardegna realizzammo una maglietta con lo slogan “non c'è vento da perdere”: si correva per la Sardegna con Legambiente indossando quelle t-shirt... magari il “buon vento” di oggi è lo stesso vento di allora. Qui abbiamo costruito il primo parco eolico che ancora funziona: conosco le storie che ci sono dietro, quanti ragazzi ci lavorano, quanti non sono andati via. La realtà è che il metano ci da' una mano: fa il 75 per cento dell'inquinamento da CO2, assieme al petrolio. Magari gas e petrolio erano sotto terra per un motivo, a differenza del vento che è in superficie”.

E il presidente di Sinergia Srl, Fulvio Scia ha aggiunto: “Essere ambientalisti non è dire no a tutto. E' trovare alternative, accompagnare i territori a comprenderla”. Con Simone Togni, presidente Anev che ha spiegato: “I progetti devono essere fatti a regola d'arte: su questo non ci piove. Abbiamo obiettivi ambiziosi davanti, come raddoppiare la potenza che deriva dalle energie eoliche. Questo significa rinnovare gli impianti esistenti e potenziarli”.

Interessantissima la testimonianza di Massimiliano Atelli, presidente della commissione Via del Ministero dell'Ambiente: “In Campania c'è una storia relativa all'eolico, cominciata tanto tempo fa. Dal canto mio mi chiedo: se c'è una bellezza transizionale c'è anche un'estetica dell'eolico? La realtà è che bisogna evitare che si sleghino le tessere del mosaico attorno alle rinnovabili. Non si può fare un ragionamento di prospettiva sull'eolico dimenticando la tecnologia, ad esempio. E ancora: in alcune aree c'è un oggettivo affollamento, la soluzione potrebbe arrivare dalla tecnologia, che ci consentirebbe di sapere anche a livello di proponenza dove c'è concentrazione che sta crescendo, anche in itinere. Dobbiamo dotarci di strumenti di informazione costrante: ad esempio la geolocalizzazione. E poi sul revamping: può darsi sia utile una procedura differente, più veloce e adeguata”.

Spazio poi ai sindaci dei comuni dove sono stati installati generatori eolici, che hanno elencato le ricadute positive, in termini di occupazione ed anche economiche sui loro territori ed anche le perplessità: in particolare rivendicando un maggior coinvolgimento nelle scelte e per questo lodando lo spirito dell'incontro.

E' intervenuta poi Simona Brancaccio, dirigente dello Staff Valutazioni Ambientali della Regione Campania: “Finalmente si vedono assieme imprese, associazione e istituzioni: un modello che per la verità in Campania sperimentiamo da cinque anni. Siamo convinti che l'obiettivo sia lo stesso: andare veloci verso la transizione energetica. I procedimenti veloci già ci sono: a Greci il repowering è stato escluso dal rilascio del “via” e il procedimento è durato solo qualche mese. La realtà è che oggi ogni no a un impianto eolico è un sì ad emissioni di Co2. Per questo far partecipare territori alle procedure significa ridurre anche la conflittualità. Certo, ci sono punti dolenti: i rapporti con le soprintendenze che hanno un atteggiamento spesso ostativo. I no senza motivazione peraltro sono facilmente superabili”.

E Francesca De Falco, Dirigente UOD Energia, efficientamento e risparmio energetico, Green Economy e Bioeconomia della Regione Campania: “L'eolico sul territorio porta dei conflitti ma vanno superati: io credo che la pala eolica sia un catalizzatore di sguardi. Ricordo che un cittadino scrisse al Governatore per chiedere attenzione visto che sul suo territorio stava per nascere un parco eolico: la risposta è stata che la Regione osserva in maniera scrupolosa la legge in tal senso”.

E' intervenuto anche l'onorevole Zinzi: “Mi auguro che i sì continuino a prevalere sui no. La necessità di indipendenza energetica è reale: bisogna intervenire per la sburocratizzazione”.

Conclusioni affidate al presidente Legambiente Ciafani: “Siamo qui perché le questioni vanno affrontate sui territori. Mi sono sentito persino dire che le ciminiere sono un bene storico da preservare mentre l'eolico ha un impatto paesaggistico. Rispetto a questo noi siamo esattamente all'opposto: bisogna abbattere le ciminiere e sostituirle con impianti a fonti rinnovabili. Coi no ci si lava la coscienza, poi ci sono le trasformazioni e bisogna accompagnarle”.